Il Risorto fra noi

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da L'arte di amare
di Chiara Lubich



Il Risorto fra noi
«Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro».
(Mt 18,20)


Come già detto nella Premessa, l'amore vissuto con la misura del dare la vita, cioè quella del comandamento nuovo «Amatevi l'un l'altro come io ho amato voi», porta la presenza del Risorto in mezzo alla comunità cristiana, che le fa vivere la vita della Trinità. A questo tende naturalmente l'arte di amare [N.d.E.].



Se siamo uniti Gesù è fra noi
Regno di Dio in mezzo agli uomini
Vita trinitaria




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Se siamo uniti Gesù è fra noi


Se siamo uniti Gesù è fra noi.

E questo vale. Vale più d'ogni altro tesoro che può possedere il nostro cuore: più della madre, del padre, dei fratelli, dei figli. Vale più della casa, del lavoro, della proprietà; più delle opere d'arte d'una grande città come Roma, più degli affari nostri, più della natura che ci circonda coi fiori ed i prati, il mare e le stelle: più della nostra anima!

È Lui che, ispirando i suoi santi con le sue eterne verità, fece epoca m ogni epoca.

Anche questa è l'era sua: non d'un santo, ma di Lui; di Lui fra noi, di Lui vivente in noi, edificanti - in unità d'amore - il Corpo Mistico suo e la comunità cristiana.

Ma occorre dilatare il Cristo; accrescerlo in altre membra, farsi come Lui portatori di fuoco, che disciolga tutto l'umano nel divino, che è la carità in atto. Far uno di tutti ed in tutti l'Uno!

E allora viviamo la vita che Egli ci dà attimo per attimo.

È comandamento-base la carità fraterna. Ante omnia... (cf. 1Pt 4,8). Per cui tutto vale ciò che è espressione di sincero fraterno amore. Nulla vale di ciò che facciamo se in esso non vi è il sentimento d'amore per i fratelli: ché Iddio è Padre ed ha nel cuore sempre e solo i figli.


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Regno di Dio in mezzo agli uomini


Gesù in mezzo a noi: fu un'esperienza formidabile 27!
Forse non si potrà mai dire quando Lui è in mezzo a noi, perché Egli suppone la vita della grazia in noi, e nessuno è sicuro se è o non è in grazia di Dio. È certo però che, quando il nostro vivere insieme era basato sul proposito sincero di essere pronte a morire le une per le altre, come Gesù vuole, e a ciò si conformava tutto il nostro agire - giacché si deve avere «prima d'ogni cosa la mutua e continua carità» (cf. 1Pt 4, 8) -, molto spesso ci sembrava di avvertire con semplicità la sua presenza.

In questo modo: come si sentono la gioia e il dolore, l'angoscia e il dubbio, così - ma in una sfera superiore dell'anima - la presenza spirituale di Gesù fra noi dava alle anime nostre quella pace che è solo sua, quella gioia piena che soltanto in Lui si trova, quella forza e convinzione che non è tanto frutto di ragionamento o di volontà, ma di un aiuto speciale di Dio.

La sua presenza premiava in modo sovrabbondante ogni sacrificio fatto, giustificava ogni nostro passo condotto in questa via, verso di Lui e per Lui, dava il giusto senso alle cose, alle circostanze, confortava i dolori, temperava la troppa gioia.
E chiunque fra noi, senza sottigliezze e ragionamenti, credeva alle sue parole con l'incanto di un bimbo, e le metteva in pratica, godeva di questo paradiso anticipato che è il Regno di Dio in mezzo agli uomini uniti nel suo nome.


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27. L'autrice rievoca qui gli inizi del Movimento dei Focolari e la nascita della spiritualità dell'unità [N.d.E.].



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Vita trinitaria


Nel Movimento, fin dai primi tempi, si è capito che la fedeltà all'amore reciproco, vissuto sul modello di Gesù crocifisso e abbandonato (ecco il «come»!28), sarebbe sfociato nell'unità secondo la vita della Santissima Trinità.

«Sai fino a che punto dobbiamo amarci?», ci siamo dette un giorno senza aver conosciuto fino ad allora il Testamento di Gesù: «Fino a consumarci in uno». Come Dio che, essendo Amore, è Trino e Uno.

È proprio «la legge del Cielo - scrivevo allora - che Gesù ha portato sulla terra. È la vita della Santissima Trinità che noi dobbiamo cercare di imitare, amandoci tra noi, con la grazia di Dio, come le Persone della Santissima Trinità si amano tra loro».

E il dinamismo della vita intratrinitaria è incondizionato reciproco dono di sé, è totale ed eterna comunione («Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie», Gv 17,10) tra Padre e Figlio nello Spirito.

Analoga realtà dunque si è avvertito essere impressa da Dio nel rapporto tra gli uomini. «Ho sentito - si scriveva ancora - che io sono stata creata in dono a chi mi sta vicino e chi mi sta vicino è stato creato da Dio in dono per me. Come il Padre nella Trinità è tutto per il Figlio ed il Figlio è tutto per il Padre». E «il rapporto tra noi è lo Spirito Santo, lo stesso rapporto che c'è fra le Persone della Trinità».


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28. «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati». (Gv 15,12).



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