Avvento e Natale (A) 2010/2011

Parola che si fa vita

Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)

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"Parola-sintesi" proposta per ogni domenica,
corredata da un commento e da una testimonianza.


1a domenica di Avvento (28 novembre 2010)
La nostra salvezza è più vicina (Rm 13,11)

2a domenica di Avvento (5 dicembre 2010)
Preparate la via del Signore (Mt 3,3)

3a domenica di Avvento (12 dicembre 2010)
Siate costanti fino alla venuta del Signore (Gc 5,7)

4a domenica di Avvento (19 dicembre 2010)
La Vergine concepirà e partorirà un Figlio (Is 7,14)

Natale del Signore (25 dicembre 2010)
Un bambino è nato per noi (Is 9,5)

Maria Madre di Dio (1 gennaio 2011)
Giornata mondiale della pace
Libertà religiosa, via per la pace

Epifania del Signore (6 gennaio 2011)
Videro il Bambino con Maria sua madre (Mt 2,11)

Battesimo del Signore (9 gennaio 2011)
In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17)


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1a domenica di Avvento (28 novembre 2010)
La nostra salvezza è più vicina (Rm 13,11)

L'Avvento cristiano si pone come linea di demarcazione di un fatto storico concreto: la nascita di Gesù di Nazareth.
Oggi il Vangelo ci invita a rimanere attenti a quello che sta per accadere, così da essere pronti alla venuta di Gesù.
Pronti? Lo saremo mai?
Compiamo con impegno ciò che ci viene richiesto, attenti che tutto sia amore e donazione: "comportiamoci come in pieno giorno" ci ricorda San Paolo.
A noi il desiderio di Te, l'attesa trepida, l'adempimento di ciò che ci chiedi di com-piere, la preghiera... "Vieni, Signore Gesù".
Con un tuo inaspettato atto d'amore, ancora una volta Tu, Gesù, ci stupirai: sarai tu a prepararci all'incontro con Te.

Testimonianza di Parola vissuta

La malattia di papà condizionava il clima familiare, creando fra tutti una forte tensione.
Chiedevo a Dio la guarigione completa di papà così da tornare ad essere la famiglia di sempre. Ma la situazione non cambiava, anzi sembrava peggiorasse. Non vedere esaudite le mie preghiere, pian piano mi ha allontanato da Dio.
Un vicino di casa, sapendo della mia situazione, ha iniziato ad invitarmi con il suo gruppo di amici. Mi trovavo bene con loro, il modo di stare insieme mi dava pace. Quando ho raccontato che non credevo più in Dio perché non ascoltava le mie preghiere, loro mi hanno ascoltato in un grande silenzio. Poi mi hanno proposto, se ero contento, di chiedere insieme a Gesù il bene che Lui desiderava per la mia famiglia. Sono tornato a casa con una pace nuova in me.
Prima di entrare, ancora un piccolo dubbio, ma, appena aperta la porta, ho trovato papà ad accogliermi con un grande sorriso. Ho capito che dovevo chiedere a Dio l'amore per iniziare ad amare io per primo, quanti mi erano accanto.

R.U.


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2a domenica di Avvento (5 dicembre 2010)
Preparate la via del Signore (Mt 3,3)

Il tempo è breve, l'ora del rendiconto immediata: la cosa è seria. Possiamo presentarci a mani vuote a Dio che viene? Come un albero sterile, senza frutto?
Giovanni Battista pronuncia parole forti, esigenti, che non si possono addolcire: "Convertitevi, il regno dei cieli è vicino".
È bene, anche per noi cristiani, convertirci.
Come?
Confessare i peccati e vivere la Parola, quella che ci porta dritti tra le sue braccia.
Confessare i peccati: riconoscere con sempli-cità e verità la nostra condizione di povertà, per annegare la nostra miseria nella miseri-cordia di Dio.
Convertirci alla Parola: dimostrare coi fatti che vogliamo cambiare vita. Abbiamo sbagliato la strada e ci siamo persi. Ma, alla luce del Vangelo, possiamo prendere la direzione giusta, quella ci dà l'opportunità di accogliere e sperare nell'incontro gioioso con Gesù che viene.

Testimonianza di Parola vissuta

Ho riscoperto la fede durante la prigionia. Fino ad allora la mia fede era basata sul ritualismo: andavo a Messa, pregavo, ma la mia conoscenza di Dio era superficiale. Quando mi sono ritrovata nella giungla, ho avuto molto tempo e per unica lettura la Bibbia. Ho avuto la possibilità in sei anni di leggerla, di meditarla. Se avessi avuto altre cose da fare, avrei fatto altro: si è sempre pigri per riflettere sull'essenziale. Forse era una prigionia necessaria. Essa mi ha permesso di capire chi è Dio, di stabilire una relazione con Lui attraverso la sua Parola. Leggendo la Bibbia ho compreso Dio: non è solo una luce o una forza, ma è una Parola, è qualcuno che vuole comunicare con me. Ho sentito la voce e la presenza di Dio. Leggevo e rileggevo alcuni passaggi e mi dicevo: "Dio è con me, questo lo dice a me". Avevo ascoltato a lungo senza capire e, di colpo, è stato come collegarsi alla presa di corrente giusta. In un momento la luce si accende e si capiscono tante cose rimaste oscure. Come sono cambiata! La sola risposta alla violenza è una risposta d'amore: io l'ho trovata in Gesù. Oggi credo ancora di più che si può cambiare il mondo perché io stessa sono stata trasformata.

Ingrid Betancourt
(dopo sei anni di sequestro nella giungla colombiana)


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3a domenica di Avvento (12 dicembre 2010)
Siate costanti fino alla venuta del Signore (Gc 5,7)

Il Battista incantava la gente, tutti accorrevano a lui: persone semplici, studiosi, soldati...
Ora si mette da parte per lasciare posto "al Dio che viene".
Quale è il Dio che dobbiamo attendere?
"Sei proprio tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?". È il dubbio di Giovanni il Battista.
Possiamo intuirne la risposta dal vangelo: Gesù sta con i poveri e le prostitute, i peccatori e i pubblicani, mangia alla loro tavola... a tutti va incontro, perché non è venuto a condannare ma a salvare ciò che era perduto.
Anche a noi Gesù ripete: "Beato colui che non trova in me motivo di scandalo". Anche oggi Gesù viene e si presenta con modalità inaspettate: a noi riconoscerlo e accoglierlo.
L'Apostolo Giacomo nella sua lettera ci invita ad essere perseveranti, "costanti", con un amore sempre rinnovato, aperti alla speranza, alla fiducia.
"Insegnaci a riconoscere i segni del tuo amore, a fidarci di te, Signore".

Testimonianza di Parola vissuta

Sono nato e cresciuto in una famiglia che si è sempre impegnata a trasmettermi i valori cristiani basati sul rispetto e sull'amore al prossimo, senza discriminazioni.
Da ragazzo mi sono fatto il proposito di vivere seguendo questi valori: con la squadra di calcio, a scuola, con i miei amici, mi sono sempre sforzato di andare controcorrente, cioè, di non lasciarmi trascinare da tutto ciò che la società del consumo propone; infatti, in Europa predomina il materialismo, contano di più l'avere e l'apparire che l'essere.
Ma ad un certo momento della mia vita, i piaceri e la felicità passeggeri mi hanno fatto perdere la strada. In pratica mi sono venduto al mondo. Volevo conoscere tutto ciò che fino ad allora avevo considerato la via più facile e, allo stesso tempo, più vuota. Così iniziava una nuova fase nella mia vita, dove il rispetto verso le persone e verso Dio non aveva più valore.
Ho incominciato a sperimentare cose che mi soddisfacevano per un momento, e subito dopo provavo un grande vuoto nell'anima, un'immensa solitudine che mi faceva stare male.
Dopo essere sprofondato a terra più di una volta, ho deciso di ricominciare e tornare alle mie origini. A ritrovarmi con quei valori che sempre erano presenti dentro di me, anche se sepolti sotto tante cose vane.
Adesso, in questa cittadella dove vivo con giovani di tutto il mondo, sto facendo un'esperienza molto bella. Vado scoprendo tante cose che non conoscevo grazie alle persone che mi sono attorno. Scopro nei fratello una via per crescere, uno specchio in cui riflettermi. Sto cercando e trovando l'amore puro, senza interessi. Un amore che nasce dall'anima, senza pregiudizi.
Questo amore, che ha le radici nel Vangelo vissuto, mi porta a staccarmi dalle cose passeggere ed è una strada verso la vera libertà, una strada che mi porta a Dio insieme ai fratelli.

J.M.


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4a domenica di Avvento (19 dicembre 2010)
La Vergine concepirà e partorirà un Figlio (Is 7,14)

Il nome suggerito dall'Angelo del Signore a Giuseppe, di colui che attendiamo, è Gesù, ossia "Dio salva", Emmanuele, "Dio con noi": sempre presente, vivo e operante in mezzo a noi.
Maria e Giuseppe sono assillati dal dubbio, davanti al 'mistero'. Interviene l'Angelo del Signore: "Non temete", non abbiate paura.
Anche per noi arriva il momento in cui ci troviamo davanti a qualcosa di troppo grande, che ci sorpassa e ci viene chiesto di scegliere: formare una famiglia, rispondere a una chiamata, superare e vivere bene le prove della vita... Lo scoraggiamento ci prende, la voglia di mollare tutto è la via più semplice.
Un angelo appare anche a noi: "Non temete". L'Emmanuele non ci lascerà soli, sarà con noi.
"Resta sempre con noi, liberaci da ogni timore, Signore".

Testimonianza di Parola vissuta

Zezinho ed Helena sono sposati da 34 anni. Hanno 5 figli e 10 nipoti, vivono nella regione rurale a 40 minuti da Recife (Brasile). Una volta al mese si incontrano con tutta la famiglia e si raccontano le esperienze di come mettono in pratica il Vangelo.
Un giorno arriva al cancello una vicina di casa.
Ha un problema serio e desidera parlare con Helena: «Sono andata da lei, - racconta - aveva un bambino malato, era incinta e il marito l'aveva lasciata perché non voleva un altro figlio.
Il medico l'aveva consigliata di abortire perché era probabile che questo bimbo nascesse più malato del primo. Abbiamo ascoltato quello che voleva dire e ci siamo messi a disposizione per tutto quello di cui aveva bisogno.
Ad un certo punto ha detto che, senza casa, senza lavoro, preferiva abortire. "Questa che hai in grembo è una vita", le ho risposto. Allora lei ha deciso di non abortire.
L'abbiamo aiutata a portare i pochi mobili che aveva a casa di una sua amica. L'abbiamo seguita durante tutta la gravidanza, accompagnandola poi all'ospedale. È nata una bambina molto bella e sana.
Dopo aver incontrato il padre, questi ha deciso di andare in ospedale e quando ha visto la figlia, che era simile a lui, ha pianto di gioia. Ha chiesto perdono alla moglie e ha detto che li avrebbe portati a casa. Ancora una volta il nostro camion ha fatto il trasporto delle cose.
Adesso la bambina ha compiuto un anno. La mamma viene a trovarci con la figlia, dicendo che è frutto della nostra amicizia. È molto felice e per questo le ha dato il nome di Vittoria, per ricordarsi che la vita ha vinto attraverso di noi».

Zezinho ed Helena - Recife (Brasile)


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Natale del Signore (25 dicembre 2010)
Un bambino è nato per noi (Is 9,5)

"Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore".
Un Bambino!
La festa di Natale è lo svelamento di un amore. Con dolcezza e stupore Maria e Giuseppe accolgono l'evento che introduce nel mondo una nuova vita. Il mondo ricomincia daccapo, affidandosi alla nascita di un Bimbo che ne rin-nova la fecondità e la speranza.
Il fatto che Maria "non conosca uomo" non fa che esaltare la vita come un dono offerto a tutti, con totale gratuità e libertà.
Oggi il Vangelo ci invita alla "conversione": "Se non diventerete come bambini..." .
Come un bambino che, in braccio al padre o alla madre, si abbandona completamente, sta tranquillo anche nel pericolo perché c'è chi pensa, così anche noi dobbiamo fare con Dio. Egli è un Dio che, come un padre affettuoso, anche in questo Natale si rivela amore, perché noi crediamo e buttiamo in lui le nostre preoccupazioni.
E perché non guardare anche noi a questo padre, per copiare il suo esempio - come fa il bambino - ed essere anche noi amore per riempire il vuoto d'amore che c'è nel mondo?

Testimonianza di Parola vissuta

Siamo appena stati a celebrare la S. Messa di Natale dentro il carcere.
Che esperienza fantastica!!!
Siamo arrivati in carcere con un altare artigianale fatto da una piccola tavola di legno, realizzato da uno dei nostri ragazzi che abbiamo accolto, ed incastrato tra le sbarre delle celle. Le porte che prima sembravano chiuse si sono spalancate davanti a Gesù Bambino. I ragazzi in carcere si sono molto commossi lasciandosi coinvolgere e partecipando con tutto il cuore. Pure noi non abbiamo scherzato a commozione. Uno dei carcerati durante la Messa è stato sempre inginocchiato con un'aria così assorta che ha colpito tutti quanti. Alla fine della celebrazione il custode ci ha confidato che questo ragazzo proprio ieri aveva cercato di impiccarsi alle grate ed è stato soccorso dai compagni di cella.
Che bello aver visto rinascere il sorriso sul suo volto!!!
Durante la Messa rimbombava l'Alleluia gridato dai carcerati e l'eco arrivava fino al Cielo.
Ti ringraziamo, Signore, per averci donato di assistere a questa pioggia di grazie e vedere che anche i poliziotti sono rimasti profondamente toccati.
Ogni volta che riusciamo ad essere quegli arcobaleni che uniscono il Cielo con la terra, che incarniamo con tutto il cuore il nostro carisma cercando di donarlo agli altri, sperimentiamo una Gioia indescrivibile.
Lode e gloria al Signore!!!.

Agnieszka, della Comunità di Nuovi Orizzonti
da Fortaleza, Brasile
Natale 2010


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Maria Madre di Dio (1 gennaio 2011)
Giornata mondiale della pace
Libertà religiosa, via per la pace

Nel Natale abbiamo contemplato il Figlio di Dio che diventa uomo. Oggi la Chiesa ci invita a guardare con particolare amore a Maria e a invocarla come Madre di Dio.
È una bella oppor-tunità per affidare a Maria, che è madre di tutti gli uomini, il nuovo anno che incomincia. Che sia un anno di pace!
La liturgia ce ne rivolge l'augurio: "Il Signore rivolga a te il suo volto e ti dia pace".
Papa Benedetto XVI ha scelto quest'anno, per la Giornata mondiale per la Pace, il tema: "Libertà religiosa, via per la pace".
Riportiamo alcune affermazioni del Papa:
"Nel mondo si registrano diverse forme di limitazione o negazione della libertà religiosa fino alla persecuzione e alla violenza contro le minoranze.
La libertà religiosa è autentica quando è coerente alla ricerca della verità e alla verità dell'uomo. Perciò la 'religiosità' del fondamentalismo, della manipolazione, della strumentalizzazione della verità e della verità dell'uomo, si oppone alla dignità dell'uomo e alla ricerca della verità.
I diritti umani debbono includere il diritto di libertà religiosa, come espressione individuale e comunitaria.
Oggi in molte aree del mondo le comunità dei credenti subiscono forme di discriminazione, sul piano culturale e della partecipazione alla vita pubblica civile e politica. È inconcepibile che dei credenti debbano sopprimere una parte di se stessi - la loro fede - per essere cittadini attivi.
L'uomo non può essere frammentato, diviso da ciò che crede, perché quello in cui crede ha un impatto sulla sua vita e sulla sua persona e dà un contributo alla società".
"Dio mandò il suo Figlio, perché ricevessimo l'adozione a figli. Quindi non sei più schiavo, ma figlio e anche erede, per grazia di Dio"
, dice S. Paolo ai Galati.
Chiediamo oggi a Maria che sia rispettato il diritto di tutti alla "libertà religiosa, via per la pace" e che ciascuno di noi sia - nel proprio ambiente - strumento di pace.

Testimonianza

Viviamo in un tempo di "svolta epocale", di gestazione sofferta di un mondo nuovo. Ma c'è bisogno di un'anima: l'amore.
(...) Utopia? Il primo a lanciare la globalizzazione è stato Gesù quando ha detto: "Che tutti siano uno".
Non solo: ci ha fatto capaci di quell'amore che ha la forza di ricomporre la famiglia umana nell'unità e nella diversità.
Allora sì, se singoli e governanti faremo la nostra parte, potremo sognare di comporre un'unica comunità planetaria.
Che la fraternità universale ispiri i migliori momenti del nuovo anno che inizia e che le nostre città e i nostri Paesi possano sperimentare i suoi frutti.

Chiara Lubich, auguri per il 2008


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Epifania del Signore (6 gennaio 2011)
Videro il Bambino con Maria sua madre (Mt 2,11)

I Magi, simbolo di tutti i popoli della terra, insieme esplosero in un grido di stupore e di gioia: la stella camminava davvero "davanti a loro" e tracciava un sentiero che sarebbe stato d'obbligo percorrere per acconsentire l'impellente invito. All'apparire della stella si mettono subito in cammino: attirati da Qualcuno che li attendeva, giunti a Betlemme, "entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre".
Per loro si rendeva vero ciò che avevano sempre pensato: che la salvezza di Dio, da loro stessi cercata con costanza, passava anche per luoghi inediti, per strade sconosciute. Quella casa li accoglieva nella diversità della loro fede e della loro cultura.
Quel bambino era la manifestazione (Epifania) vivente di un Dio che non faceva preferenze di persone, segno dell'universalità e punto di convergenza degli aneliti della gente.
Oggi anche noi dobbiamo metterci in cammino e, con umiltà, seguire la stella che ci invita a superare difficoltà, a camminare con fede e con amore alla ricerca di "Colui che è nato".
Fermiamoci e contempliamo: Dio ci manifesta il suo amore, prostriamoci e adoriamo. Ci verrà spontaneo offrire i nostri doni: il nostro cuore, se non abbiamo altro. Possiamo così anche noi essere stella per altri che sono in ricerca, e la gioia si diffonderà.

Testimonianza di Parola vissuta

Sono musulmano e vengo dall'Afghanistan, dove la popolazione sta vivendo una situazione ancora difficile. Di professione sono scrittore e traduttore. Sono arrivato in Olanda e ho fatto la richiesta di asilo per me, mia moglie e i nostri due figli. In Olanda ci sentivamo completamente soli. Per quasi tre anni abbiamo abitato in una piccola stanza in un campo profughi fatto da container in un quartiere industriale. Ogni tanto andavo in città per cercare amici. Invano.
Abbiamo un detto che dice: "Se vuoi pregare cerca una moschea. Se non trovi una moschea, allora va in una chiesa perché ambedue sono un posto di preghiera". Accanto al mercato c'era una chiesa. Era Natale. Sono entrato e vi ho incontrato una famiglia che mi ha guardato. Ora so che ero guidato da Dio. Attraverso di lei abbiamo conosciuto amici cristiani. Da quel momento non ci siamo più sentiti soli. Una cosa che abbiamo imparato da loro è l'amore.
Nel centro profughi era tanto difficile. C'è tanta miseria. Ma ho imparato ad amare, nonostante le ferite e i problemi psichici. Andavamo ogni due settimane da uno psichiatra, specializzato per traumi da guerra. Però, da quando siamo entrate in quel gruppo di cristiani, pian piano abbiamo smesso.
Dato che sono scrittore qualcuno mi aveva regalato una macchina da scrivere elettronica. Un giorno nel campo profughi ho conosciuto un uomo solo, che in patria faceva il giornalista. Ho dato a lui questa macchina. Dopo una settimana un amico, non sapendo che l'avevo regalata, mi ha portato un computer, e un altro mi è arrivato dalla direzione del Centro profughi, per un lavoro che facevo per i bambini...
Se diamo via l'amore, lui ritorna tante volte di più.

G.M., Olanda


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Battesimo del Signore (9 gennaio 2011)
In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17)

Dopo che Gesù è stato battezzato si ode la voce del Padre: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento".
Gesù dà inizio alla sua missione: annuncia a tutti che Dio Padre è amore. Sceglie la via dell'umiltà, si fa pienamente solidale con noi, divenendo amore per tutti.
Inizia così la nuova creazione, la storia del mondo nuovo.
Anche noi nel battesimo siamo diventati figli di Dio. Ciascuno di noi, perché cristiano, ha da compiere una missione: rivelare a tutti che Dio è amore, vivendo così il battesimo.
La nostra risposta è quella di vivere da figli di Dio: con umiltà e generosità, fare la Sua Volontà, considerando tutti figli dello stesso Padre, mettendo in pratica il comandamento dell'amore verso ogni prossimo, specialmente se debole, peccatore, povero e diseredato.
Ci rivolgiamo a Gesù, dicendo: "Annega il mio uomo vecchio nelle acque del tuo battesimo e crea in me l'uomo nuovo".

Testimonianza di Parola vissuta

Ho accettato di collaborare con un'associazione internazionale a sostegno dei giovani che hanno sede nella stazione della mia città. Così ho iniziato ad insegnare l'italiano a giovani immigrati. È stato difficile, spesso ho pensato di lasciare tutto... A casa mia avevo tanto da fare, ma sono andata avanti lo stesso.
Avevo una classe multiculturale alla quale ho insegnato a parlare, ad ascoltarsi l'un l'altro per correggere gli errori e pian piano a conoscere il significato delle parole. Poi, dettati, piccole composizioni, fino a scrivere una letterina. I partecipanti erano tanti per quella stanza piccola, alcuni erano in piedi, mancavano le sedie... Ho cercato di impegnarmi a fondo per loro e ho visto che acquistavano sicurezza, fiducia in sé e negli altri.
Una sera avevo dimenticato la chiave ed ho proposto di spostare la lezione al giorno successivo, ma loro no: "Facciamo la lezione all'aperto!".
Chi passava si fermava incuriosito e noi invitavamo tutti a sedersi sul prato per una lezione di gruppo allargata tra stranieri e italiani.
Un giorno, alla fine della lezione, una ragazza rumena mi ha offerto una rosa: "Per te, grazie, è da parte di tutti".

L.B., Italia




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