Quaresima (A) - 2011

Parola che si fa vita

Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)

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"Parola-sintesi" proposta per ogni domenica,
corredata da un commento e da una testimonianza.


1a domenica di Quaresima (A) (13 marzo 2011)
Non di solo pane vivrà l'uomo (Mt 4,4)

2a domenica di Quaresima (A) (20 marzo 2011)
Signore, è bello per noi essere qui! (Mt 17,4)

3a domenica di Quaresima (A) (27 marzo 2011)
Egli ti avrebbe dato acqua viva (Gv 4,10)

4a domenica di Quaresima (A) (3 aprile 2011)
Io sono la luce del mondo (Gv 9,5)

5a domenica di Quaresima (A) (10 aprile 2011)
Io sono la risurrezione e la vita (Gv 11,25)

Domenica delle Palme (A) (17 aprile 2011)
Obbediente fino alla morte e a una morte di croce.(Fil 2,8)



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1a domenica di Quaresima (A) (13 marzo 2011)
Non di solo pane vivrà l'uomo (Mt 4,4)

A volte, come è stato per Gesù, lo Spirito ci sospinge nel deserto per essere tentati. Sentiamo il fascino di una vita facile, comoda, l'attrazione della notorietà, l'ebbrezza del successo e del potere, l'illusione di metterei al posto di Dio.
Perché Gesù, come noi, ha provato le tentazioni?
Perché noi ne uscissimo vincitori!
Quando sopraggiungono quindi le tentazioni, saranno anche questo un dono dello Spirito per fare una nuova scelta di Dio. Come vincere le tentazioni?
Nutrirci della Parola che Gesù ha seminato nel nostro cuore, e metterla in pratica: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".
Vivendo così porteremo a compimento il volere del Padre, compiremo il disegno che ha su di noi, la gioia sarà piena.
"Vieni a vivere in noi con la Parola di vita di cui ci nutri. Lotta in noi e vinci, così che la nostra casa rimanga edificata per sempre nella dimora del cielo" (Fabio Ciardi).

Testimonianza di Parola vissuta

Io e Diana venivamo da una educazione cristiana tradizionale. E tutta la nostra esperienza di vita cristiana si è fermata al tempo della Cresima.
Comunque, quando è venuto il momento di sposarci, abbiamo deciso di farlo in chiesa.
I primi anni di matrimonio sono stati un po' difficili. Ci volevamo bene, ma il nostro rapporto non era profondo. Sorgevano continue liti e incomprensioni. Un giorno, tornando a casa, trovai Diana che piangeva disperata. Bisognava fare qualcosa e allora ci siamo detti: "Perché non proviamo ad andare in chiesa?". E abbiamo così cominciato a frequentare la chiesa-negozio: un piccolo locale, con gente che si accalcava e tanti bambini fin sotto l'altare.
Per la prima volta, lì abbiamo sentito dire che Dio è Amore, che ci ama personalmente, che ci accetta così come siamo, non è nascosto da qualche parte, ma vuole essere qui tra noi, e se ci amiamo nel suo nome, egli si fa presente. E questo può avvenire non soltanto in chiesa, ma ovunque, anche in famiglia.
Domenica dopo domenica, queste parole ci sono sembrate più vere, perché vedevamo che la gente si voleva bene ed era contenta. Stavamo scoprendo un volto nuovo della Chiesa, e così siamo entrati a far parte del "gruppo della Parola di Vita".
Poi abbiamo conosciuto altri gruppi parrocchiali che stavano facendo la nostra stessa esperienza, e ci siamo resi conto che dietro quella vita c'era tutto un popolo nuovo, del quale ora anche noi facciamo parte.

D.T.



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2a domenica di Quaresima (A) (20 marzo 2011)
Signore, è bello per noi essere qui! (Mt 17,4)

L'esperienza di Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor è straordinaria: "È bello per noi essere qui!". La trasfigurazione di Gesù, splendore del Padre, è preparazione a seguirlo nella difficile via della croce.
E questo agli apostoli è possibile solo dopo aver loro fatto gustare un anticipo di Cielo, soltanto dopo aver loro mostrato la luce e la bellezza del suo volto.
L'esperienza degli apostoli è luce per la nostra vita. Viene il momento del buio anche per noi, arrivano le croci, le prove, le notti oscure. Quando però si è innamorati, si possono fare tutte le pazzie e si possono sopportare tutti i patimenti. Senza il Tabor non è possibile affrontare il Golgota.
L'accettazione della prova, del dolore di quel passaggio ultimo dell'esistenza che è la morte, ti fa progredire fino alla risurrezione.
Nel cammino della quaresima ci viene indicata questa meta: la risurrezione. Al di là del dolore e della morte ci attende lo splendore del paradiso: luce, bellezza, gaudio infinito.

Testimonianza di Parola vissuta

«Facendo degli accertamenti per la mia salute, ad un certo punto mi si chiedeva un esame dopo l'altro con grande urgenza. Ho presto immaginato che poteva esserci qualcosa di serio. In quello stesso momento ho subito sentito che qualunque sarebbe stato l'esito l'avrei accettato come la volontà di Dio su di me, come una Sua grazia particolare per avvicinarmi di più a Lui.
Sostenuto dalla fede e dall'amore personale degli altri amici, ho potuto rinnovare immediatamente il mio sì alla volontà di Dio nel momento in cui mi è stato annunciato che avrei dovuto subire con urgenza un intervento chirurgico con conseguente asportazione dello stomaco. Si trattava di un tumore allo stomaco.
Con i seguenti accertamenti è stato deciso, visto che il tumore si era esteso un po', di circoscriverlo con alcuni cicli di chemioterapia per poi programmare l'intervento con meno rischi. Ho sentito anche in questa l'occasione di ridire con prontezza e generosità un nuovo sì alla Sua volontà, desideroso sempre di unire ogni mia piccola sofferenza a quelle che Gesù ha accettato per amore nostro.
Come Lei sa, ora sono al secondo ciclo di chemioterapia. Sento di vivere questa prova fisica come un dono particolare di Dio per me che mi aiuta a puntare sempre più all'unione più piena possibile con Lui.
Mi sento anche privilegiato di poter vivere un 'esperienza simile sostenuto dalla fede, da tutta la comunità, dalle Sue preghiere e di tanti altri fedeli, da tutta la Chiesa. Vorrei assicurarla che voglio unire le mie sofferenze a quelle di Gesù Crocifisso a beneficio anche della nostra parrocchia e di tutta la Chiesa».

(Da una lettera di Renzo Barbaro, focolarino, morto il 7 ottobre 2010)



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3a domenica di Quaresima (A) (27 marzo 2011)
Egli ti avrebbe dato acqua viva (Gv 4,10)

Gesù e la samaritana, seduti presso il pozzo di Giacobbe, iniziano un lungo dialogo. La donna ha avuto cinque mariti ma non le basta; è alla ricerca di qualcosa che sazi il suo cuore, come chi viene ogni giorno al pozzo ad attingere acqua.
Gesù le parla di un'acqua che disseta il cuore nel più profondo. Un'acqua vera, origine della vita, appagamento di ogni nostra sete. Gesù con delicatezza e squisito amore porta la donna ad aderire a Lui, per una totale donazione al Padre, unico vero bene, fonte di felicità.
Il nostro cuore è fatto per te, Gesù, ed è inquieto finché non riposa in te, diceva Sant'Agostino. Anche quando ci sembra di aver trovato la felicità, essa può sempre sfuggirei di mano.
Il tempo di Quaresima è una opportunità per rivedere e ravvivare il nostro rapporto con Dio Padre, Gesù il Figlio e lo Spirito Santo.
Il Padre ascolta la nostra preghiera e comprende i nostri disagi, il Figlio perdona il nostro peccato, lo Spirito Santo ci apre all'amore verso tutti.

Testimonianza di Parola vissuta

Dovevo attingere acqua al fiume e portare quei bidoni così pesanti sulla schiena. I vicini hanno i pozzi ma quell'acqua costava. Poca gente poteva permetterselo. Io pregavo: "Dio, se mi darai acqua, la condividerò con le persone più bisognose".
Avevo quasi perso la speranza quando mio marito, dopo aver pagato la scuola per i nostri cinque figli, ha fatto i conti e si è accorto che poteva cominciare a forare un pozzo. Non credevo alle mie orecchie. Due mesi dopo, da 35 metri di profondità, l'acqua è sgorgata bella e buona. La gente incredula è venuta a vedere. Ho ricordato la promessa che avevo fatto; ora dovevo realizzarla. Così circa 15 famiglie vengono a prendere l'acqua dal mio pozzo, tutte felici. E il livello non si abbassa. Io mantengo il mio patto con Dio: non vendo l'acqua perché lui me l'ha data gratis.

J.C., Kenia



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4a domenica di Quaresima (A) (3 aprile 2011)
Io sono la luce del mondo (Gv 9,5)

La scena del miracolo inizia subito con Gesù che "passando, vide un uomo cieco dalla nascita". Gesù passa, guarda colui che è nel bisogno e prende l'iniziativa: gli spalma gli occhi con il fango e gli dice di andare a lavarsi. "Andò, si lavò e tornò che ci vedeva".
Alla guarigione di Gesù segue il percorso dell'uomo guarito. È un cammino sofferto: prima la cecità vissuta come castigo di Dio, poi l'incomprensione...
Ecco allora il miracolo, l'opera di Dio: l'uomo guarito riconosce in Gesù la luce che salva, cade in ginocchio, adora, fa la professione di fede: "Credo, Signore!". E questo è il cammino di tutti noi discepoli, della Chiesa, di ogni persona.
Anche oggi Gesù ci passa accanto e ci dice: "Va' a lavarti", ricomincia ad amare. Comportati come figlio della luce, ama con cuore di carne.
L'uomo guarda le apparenze, ma il Signore guarda il cuore.
È Gesù la nostra luce, perché ci fa vedere come stanno veramente le cose, ci apre gli occhi sulle realtà vere.
Gesù, luce del mondo, trasformaci in luce, perché possiamo renderti testimonianza ed essere la tua luce.

Testimonianza di Parola vissuta

Ho un fratello ateo con il quale, prima che se ne andasse di casa, non avevo un gran rapporto, ma da quando vivere alla luce del Vangelo con alcuni amici tutto è cambiato. Ho cercato innanzitutto di togliermi dalla testa l'idea di essere io la buona e lui il cattivo da convertire da cui difendermi.
Dovevo solo amarlo, anche se non era facile, perché aveva ed ha sempre nuovi argomenti per contraddirmi. Un giorno, però, mi ha chiesto cosa pensassi del Paradiso e mi è parso che volesse davvero ascoltarmi. È stata l'occasione per parlare della vera felicità che si ha se ci si dona agli altri.
Un'altra volta, rispondendo ancora ad un sua domanda sul perché del dolore, ho potuto parlargli di Dio Amore e della libertà dell'uomo.
Ogni volta mi sono resa conto di quanto fossero diverse le nostre idee ed ho avuto quasi timore nel dire tutta la verità, ma ho sperimentato che quando le mie parole non sono teoria, ma nascono da ciò che mi vede vivere ogni giorno, qualcosa cambia nel suo cuore.

Vera M.



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5a domenica di Quaresima (A) (10 aprile 2011)
Io sono la risurrezione e la vita (Gv 11,25)

Gesù si è mostrato acqua viva, luce del mondo, ora la vita stessa. In Lui, amante della vita, che piange quando una vita muore (l'amico Lazzaro!), si manifesta la meravigliosa, unica e irrepetibile umanità e divinità di Gesù: piange, è turbato, prova angoscia alla vista dell'amico morto.
Non c'è amore senza pianto: "Guarda come l'amava!".
Il dolore amato è sigillo di un amore grande, di un amore vero, che sana e trasfigura.
Anche in questo Gesù è modello, e invita tutti noi a farci prossimo di chi soffre: "Amatevi come io vi ho amato", fino all'abbandono del Padre.
Tocca il nostro cuore, Signore, fino a gioire con chi gioisce, piangere con chi piange.

Testimonianza di Parola vissuta

Nella stanza dell'ospedale dove è ricoverato, Sandro si lamenta e brontola tutto il giorno.
"Non vuoi più stare qui, vero?" gli chiede Giulio, il ragazzino che sta nel letto accanto. E Sandro: "Proprio così! È già la seconda volta che vengo in ospedale!". "Per me invece è la quarta e i medici hanno detto che non guarirò più...", dice Giulio sereno. L'uomo rimane colpito.
Qualche giorno dopo, alla visita dei parenti, dice al papà di Giulio: "Questo bambino ha qualcosa di speciale. Lo vedo sempre in pace, vuole bene a tutti quelli che ha intorno e vedo che, quando soffre, cerca di non lamentarsi". Poi la sera stessa, parlando al telefono con sua moglie, le racconta del ragazzino e le dice: "Ricordati di portarmi, quando vieni, un regalo per lui".

M.F.


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Domenica delle Palme (A) (17 aprile 2011)
Obbediente fino alla morte e a una morte di croce.(Fil 2,8)

Gesù ha pronunciato parole di sapienza e di vita, ha operato miracoli; ora che tutti lo invocano e pretendono una sua parola, Lui tace.
È inchiodato alla croce, non può più parlare, non può operare miracoli, mentre la gente grida: "Scendi dalla croce e ti crederemo".
Anche il Padre sembra essersi messo dalla loro parte. Gesù si sente insicuro, deluso, sfigurato nel corpo e nello spirito: un povero Cristo come i tanti cristi della terra. Non è più nessuno.
L'iniquità, il male e il peccato che ci schiacciano, come omicidi, violenze, corruzioni, divisioni, falsità, arroganze, ingiustizie, Gesù le ha vissute sulla sua pelle. Tutto questo l'ha ammutolito, l'ha paralizzato, l'ha congelato nella solitudine dell'inferno.
E noi, davanti a sì grande dolore-amore, non diremo: "Se sei il Cristo, scendi dalla croce e ti crederemo". Al contrario ci sforzeremo di operare come Lui: ci prenderemo cura dei malati, dei diseredati, degli emarginati.
Solo così possiamo davvero diventare cirenei accanto a Gesù, prendendo ogni giorno la nostra e l'altrui croce, per essere veri discepoli, degni di Lui.

Testimonianza di Parola vissuta

Ivica viene a conoscere l'orrore toccato alla sua gente: dopo l'occupazione del paese da parte di milizie serbe e l'uccisione dei pochi rimasti, tra cui suo padre. Unica superstite la madre, rimasta nascosta per due giorni in un bosco accanto al corpo del marito trucidato. Poi l'arrivo dei soldati croati, che a loro volta incendiano le case dei serbi del posto. Sono i primi di maggio.
«I nuovi arrivati volevano che la mamma accusasse un prigioniero serbo, ma andando oltre il suo dolore, lei è riuscita a salvargli la vita, descrivendolo come un nostro amico d'infanzia che non aveva partecipato alle stragi dei suoi connazionali.
«Quando per i funerali di papà sono arrivato a Bosanski Brod con gli altri fratelli, lei non riusciva a credere ai suoi occhi: ci pensava infatti tutti morti. Ogni angolo dei luoghi dove ero cresciuto portava ora i segni di una devastazione selvaggia, opera dell'uomo quando è spinto dall'odio e dalla furia omicida. «La mamma era ammirevole nel farci coraggio: "Dio ci aiuterà – ripeteva -, non perdiamo la speranza nella vita". Non accusava nessuno, anzi ci esortava a perdonare, temendo qualche reazione violenta da parte nostra. In tanto buio, il suo esempio era per noi una luce e una guida».



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