Tempo ordinario (C) [1] - 2013

Parola che si fa vita

Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)

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"Parola-sintesi" proposta per ogni domenica,
corredata da un commento e da una testimonianza.


2a domenica del Tempo ordinario (C) (20 gennaio 2013)
I suoi discepoli credettero in Lui (Gv 2,11)

3a domenica del Tempo ordinario (C) (27 gennaio 2013)
Oggi si è compiuta questa Scrittura (Lc 4,21)

4a domenica del Tempo ordinario (C) (3 febbraio 2013)
Tutti gli davano testimonianza (Lc 4,22)

5a domenica del Tempo ordinario (C) (10 febbraio 2013)
Sulla tua parola getterò le reti (Lc 5,5)



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2a domenica del Tempo ordinario (C) (20 gennaio 2013)
I suoi discepoli credettero in Lui (Gv 2,11)

Cana è il luogo dove Gesù manifesta la propria gloria e suscita una prima risposta credente: i suoi discepoli credettero in lui.
Credere: perché Dio in Gesù è entrato nella storia dell'umanità. Lui è presente e io cerco i segni di questa presenza. "Riempite d'acqua le anfore; e le riempirono fino all'orlo".
Io che cosa posso portare al Signore? Solo acqua: ma la porto tutta, fino all'orlo. Quante volte mi sembra di aver poco! Ma quel poco posso donarlo tutto. Ed Egli lo trasforma. Quando le sei anfore di pietra della nostra umanità saranno offerte a Lui, colme fino all'orlo di tutto ciò che fa parte e costituisce la nostra vita, sarà Lui a mutare questa semplice acqua nel migliore dei vini. Per Dio niente è piccolo se non quello che è fatto fuori dall'amore.
Questo episodio evangelico ci invita a credere in Gesù, presente e operante nella vita personale, della nostra famiglia e del mondo intero. E questa fede ci impegna a guardare alla nostra terra con gli occhi di Dio, per il quale tutto è materia preziosa per la costruzione di un mondo più giusto e fraterno. Noi ci fidiamo di Dio e Dio si fida di noi.

Testimonianza di Parola vissuta

Una sera uscendo di casa per il rosario, incontro una coppia di immigrati: appaiono sfiniti (avevano camminato inutilmente tutto il giorno in città in cerca di lavoro e aiuto, ed erano completamente digiuni). Lui, rumeno, si dichiara credente ortodosso, lei, ucraina, con una qualche fede, non precisata.
Capisco subito che non posso farli attendere, né delegare ad altri l'intervento. La Parola di Vangelo: "Fuoco sono venuto a portare...", in quel momento diventa in me una spinta ad agire decisamente. Li conduco in macchina alla casa di accoglienza "Il Samaritano", poco lontana, ma ci viene detto che non è attrezzata per l'accoglienza di donne. Così, rispettando il desiderio della coppia di stare insieme, penso ad una soluzione presso una famiglia della parrocchia. E subito mi ricordo di Rita, una nostra amica vedova che, essendo sola, dona tempo e anche casa per i fratelli in difficoltà.
Le telefono, e pronta sento la risposta: "Va bene: accogliamo Gesù in questi fratelli". Anche per lei è la Parola a suggerire ogni gesto. Bella, affettuosa l'accoglienza nella sua casa: un po' di distensione e riposo, finalmente, e poi una cenetta, tanto improvvisata quanto gradita, e consumata senza riserve o riguardi...
Lasciati poi quei fratelli per la notte in un comodo e lindo letto matrimoniale, mi accordo con Rita per il mattino seguente. Così, già prima delle 8 vado a prelevarli per tentare il possibile per un'eventuale occupazione in lavori stagionali. Dopo qualche telefonata dobbiamo arrenderci. Niente da fare.
Si rendono conto anche loro della realtà e, rassegnati, mi chiedono allora di portarli in stazione per il viaggio di ritorno. Sono delusi ma più sereni; e riconoscenti per l'amore concreto ricevuto. Do loro un'offerta (proprio per... amare fino in fondo) e li saluto, spiacente di non aver potuto fare di più. Mi rispondono, commossi, con un forte abbraccio, che mi dice quanto la Parola vissuta raggiunga la verità delle persone.

N. F., Verona

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3a domenica del Tempo ordinario (C) (27 gennaio 2013)
Oggi si è compiuta questa Scrittura (Lc 4,21)

Gesù applica a sé il contenuto del passo profetico proclamato a Nazareth: Egli è la realizzazione delle attese e delle speranze di Israele. Lo Spirito scende su di Lui nel battesimo al Giordano e lo consacra a portare la salvezza di Dio. Questa salvezza diventa buona notizia ai poveri, libertà annunciata ai prigionieri, vista offerta ai ciechi, dignità per gli oppressi e anno di grazia come dono di Dio.
Questa salvezza ora non è più offerta in un tempo indeterminato, ma avviene "oggi", nell'"oggi" del tempo compiuto finalmente dal Figlio di Dio fatto uomo. È in questo tempo di grazia che il Signore incontra le strade delle sue creature e si propone come Salvatore.
L'oggi di Gesù diventa l'oggi per noi, chiamati a rispondere all'invito del Signore, a reagire in maniera positiva e decisiva alle sue proposte di salvezza. Gesù realizza la Parola di Dio, anzi Egli è la Parola stessa di Dio, che colma la mia vita non di cose, ma di persone da amare. E può ricomporre in unità i frammenti di questo mondo, con un amore che diventa condivisione, attenzione, senso, vista, liberazione, strada comune.

Testimonianza di Parola vissuta

Circa un anno fa, al termine della Celebrazione della S. Messa, un ragazzo della mia età si è presentato alla Comunità a cui ora appartengo da quasi sei anni, parlandoci del suo incontro con Gesù. Ricordo vivamente una frase in particolare: "Gesù ti ama così come sei". GESU' TI AMA. Con queste parole ci invitava a degli incontri di catechesi.
Credo sia difficile per tutti accettare queste parole, la prima cosa che può venire in mente è chiedere a Gesù, che ci ama tanto, perché permette tutti i dolori ed il male che incontriamo nella nostra vita.
Anche io mi sono chiesto queste cose, anche io mi sono chiesto perché proprio a me è successo di sconvolgere la mia vita e quella dei miei cari per un fatto che non ho mai voluto e desiderato. Perché Gesù permette che mio padre si trovi in una situazione fisica precaria, perché ha permesso a mia moglie di trincerarsi nel silenzio anziché permettere il dialogo e un confronto, perché ha permesso che mi sia concesso di vedere i miei amati figli solamente tre volte all'anno per qualche ora al massimo?
Ho voluto scoprire il senso di quella frase e ho voluto vedere con i miei occhi e sentire con le mie orecchie se questo era proprio vero oppure se erano parole di qualche fanatico religioso. Qui non si tratta di conoscere Gesù, la sua storia, ma si tratta di scoprire Gesù che vive in noi. Gli incontri di catechesi non mi hanno fatto stare bene, anzi, ho sofferto ancor più di prima, ma il mio dolore era causato, e lo è tuttora, dalla Parola del Signore che come una punta affilata entra nel mio cuore per riportare la luce che avevo perso, per farmi scoprire il vero significato di AMORE.
Dimenticavo: mi chiamo Lucio, sono detenuto nella casa circondariale di Montorio Veronese e condannato a trent'anni di carcere. Se mi è permesso di gioire, e sono il più insignificante, perché non cercate l'amore e la felicità anche voi? Siamo fratelli nel Signore e in quanto fratelli desidero il meglio per tutti voi.

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4a domenica del Tempo ordinario (C) 3 febbraio 2013)
Tutti gli davano testimonianza (Lc 4,22)

Di fronte all'affermazione della straordinaria realizzazione delle Scritture nell' "oggi" della persona di Gesù, gli abitanti di Nazareth reagiscono, in un primo momento, con positiva meraviglia dando atto senza riserve a Gesù che le sue sono "parole di grazia". Tutti, dice san Luca, gli davano testimonianza.
È bella questa coralità; non è un singolo a parlare, ma una comunità, come possono essere le nostre chiamate in tanti momenti a ritrovarsi per celebrare, per condividere, per stringersi attorno e per vivere il comandamento della carità fraterna. Ed è bella e importante la testimonianza.
Testimone è colui che non solo ha visto, ha sperimentato, ma soprattutto colui che sa rendere conto, che sa dire più con la vita che con le parole ciò di cui ha fatto esperienza.
La comunità è tale quando diventa luogo dove i credenti si vogliono bene tra di loro, sono solidali con chi soffre, sono disposti a sostenere i giovani mentre compiono i primi passi nella vita, sono aperti al confronto con altri modi di pensare e vedere le cose e fanno sempre riferimento a Dio e al suo amore. Certamente queste nostre comunità offrono una testimonianza cristiana che conduce all'incontro con Gesù.

Testimonianza di Parola vissuta

Ci viene quasi da sorridere pensando che molte delle nostre esperienze più belle avvengono in luoghi pubblici frequentate da tantissime persone che si conoscono solo di vista o addirittura non si sono mai viste. Eppure anche questa volta la certezza che Dio ci ama immensamente è passata da un semplice gesto d'amore avvenuto in un supermercato.
Mi avvicino al banco dei salumi e mi appresto a prendere il famoso biglietto numerato che dovrebbe evitare discussioni tra i clienti in coda, quando mi accorgo che la persona che mi precede non l'ha preso affatto. Quest'ultima, forse un po' in imbarazzo, si accorge della sua mancanza e decide a sua volta di rimettersi in coda prendendo il biglietto. Senza pensarci troppo, gli porgo il mio appena staccato. Rimane stupito e meravigliato e guardandomi mi ridà il numerino dicendomi: "Per questo gesto, ti cedo il mio posto. Passa davanti visto che hai anche un bambino in braccio". Poi rivolgendosi al salumiere che aveva assistito alla scena, dice ad alta voce: "Una persona così gentile non l'avevo mai incontrata!".
Di ritorno a casa sistemando la spesa scorgo in fondo al sacchetto dei salumi un piccolo pacchetto. Lo apro e con sorpresa trovo un pezzo di coppa in omaggio. Capisco subito che è una risposta di Dio a quel semplice e forse banale gesto di cortesia ma fatto con amore ed attenzione e che è proprio questo che la gente ha bisogno di incontrare.

D.A.

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5a domenica del Tempo ordinario (C) (10 febbraio 2013)
Sulla tua parola getterò le reti (Lc 5,5)

Dopo il discorso programmatico nella sinagoga di Nazareth e la giornata a Cafarnao, il Vangelo di Luca apre una sezione nuova: troviamo da una parte Gesù che svolge un'attività itinerante in tutta la Palestina e dall'altra incontriamo vari interlocutori che esprimono prese di posizione nei suoi confronti.
Il primo episodio della sezione è costituito dal brano di questa domenica che ci racconta della pesca miracolosa e della chiamata dei primi discepoli. Essi avevano lavorato invano: tutta la notte avevano faticato nella pesca senza alcun risultato. Un fallimento. Gesù, dopo aver parlato alle folle, invita Pietro a prendere il largo e con tutto il gruppo a gettare le reti per ritentare una pesca che prima si era rivelata infruttuosa e faticosa. Pietro si dimostra disposto ad ubbidire: si fida e si affida a Gesù: sulla tua parola getterò le reti.
"Pietro quel giorno si fidò di Gesù. Seguire Cristo significa decisione, impegno, perseveranza. Allora anche noi possiamo fare la scelta di Pietro: sulla tua Parola. Aver fiducia nella sua Parola; non mettere il dubbio su ciò che egli chiede. Anzi basare il nostro comportamento, la nostra attività, la nostra vita sulla sua Parola" (tratto liberamente da uno scritto di Chiara Lubich).

Testimonianza di Parola vissuta

Intorno ai suoi 20 anni, Luca Del Vecchio ora ventisettenne, giovane assai brillante e comunicativo, nel suo piccolo era un ragazzo "di successo"; PR (Pubbliche Relazioni) in discoteca, bella presenza, molte ragazze intorno, una famiglia benestante che non gli aveva mai fatto mancare nulla.
Luca ha però raccontato come, proprio nel cuore dei suoi vent'anni, sia stato assalito da una profonda inquietudine interiore. "Una notte, tornato dall'ennesima festa in discoteca – racconta – mi trovai a letto in lacrime: mi ero accorto di sentirmi fondamentalmente solo e io avevo il terrore della solitudine".
Per Luca la prima via di fuga sono le droghe – ecstasy e cocaina in particolare – che "mi aiutavano a rinforzare la mia maschera, l'immagine di persona sempre allegra e di successo", quindi un palliativo alla costante minaccia della solitudine.
È proprio nel momento di massima contraddizione e disperazione che Luca inizia a cambiare attitudine e abbigliamento, assumendo un'immagine "dark".
Un giorno, una zia, intuito lo stato di prostrazione interiore di Luca, invita il nipote a una veglia di preghiera e poi a un pellegrinaggio a Medjugorje. "Come normalmente faccio, presi quella proposta come una sfida e andai, coinvolgendo un bel gruppo di amici", racconta il giovane.
Una volta a Medjugorje, Luca inizia un digiuno e chiede a Dio un segno della sua presenza che presto arriva: al termine di una lunga coda per la confessione, si imbatte in un giovane sacerdote. È don Davide Banzato che lo introduce a Nuovi Orizzonti, il movimento fondato da Chiara Amirante.
Inizia così, nell'estate del 2007, la seconda vita di Luca, oggi responsabile della Nuova Evangelizzazione per Nuovi Orizzonti nel Lazio.

Da Zenit



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