I laici nella Chiesa e nel mondo


Il diaconato in Italia n° 178
(gennaio/febbraio 2013)

CONFRONTI


I laici nella Chiesa e nel mondo
di Francesco Giglio

Uno dei tanti meriti del Concilio Vaticano II è stato senza dubbio la riscoperta del ruolo dei laici nell'ambito della Chiesa. Quando si parla di "laici" si intendono tutti i fedeli (eccetto i consacrati e coloro che hanno ricevuto l'Ordine Sacro) che dopo essere stati incorporati a Cristo nel battesimo e costituiti "Popolo di Dio", compiono nella Chiesa e nel mondo la missione specifica del Popolo di Dio. Il Concilio, più che badare alla Chiesa clericale, con tutto il giuridicismo che affiora nelle funzioni di autorità e di sudditanza, considera la Chiesa nell'aspetto totale di Popolo incamminato nella universale vocazione alla santità. In questa comunità ecclesiale carismatica, le mansioni, sono ordinate più secondo il mistero della carità, che non secondo la dicotomia del comando e dell'obbedienza.
La Chiesa nel Concilio ha trascurato il superfluo, riscoprendo meglio la Sua autentica natura di "mistero", per meglio adempiere la sua missione salvifica nel mondo moderno. Per l'approfondita coscienza di essere Corpo di Cristo, essa percepisce di potersi inserire attivamente nel pluralismo ideologico contemporaneo, stabilendo un dialogo proficuo con i popoli; si è sentita maggiormente orientata a donarsi al compito di evangelizzazione e di salvezza, che il Cristo le ha affidato. La Chiesa è il Popolo di Dio, scelto e chiamato dal mezzo del mondo per opera di Cristo. L'idea di Popolo di Dio introduce nella realtà ecclesiale qualche cosa di dinamico. Questo Popolo ha una vita che continuamente si snoda e si evolve; esso è in cammino verso un termine fissato da Dio. Eletto e formato da Dio, mediante la rivelazione e i sacramenti, il Popolo di Dio è nel mondo come il segno del Salvatore; è come il sacramento della salvezza offerta a tutti gli uomini.
Al pari del clero e dei religiosi, anche i laici entrano a far parte del Popolo di Dio. La Chiesa intera si costituisce in una unica comunità, che vive nell'intimità di Cristo, integralmente orientata verso l'amore del Padre. Tuttavia, nel Popolo di Dio non esiste una presenza indifferenziata dei membri. I laici (ad esempio) costituiscono il Popolo di Dio in aspetti e modalità del tutto proprie; vi esplicano mansioni particolari e caratteristiche. Nei nostri tempi si è avuto la riscoperta teorica e pratica della insostituibile funzione dei laici nella Chiesa. Da tutti si avverte la necessità di approfondire la missione del laicato e di farne prendere coscienza alla comunità dei fedeli. Il Concilio ha recato un grande contributo alla precisazione del compito cristiano ed ecclesiale dei laici. Il concetto di laico può essere delineato in un duplice modo. 1) Dal lato giuridico-canonico il concetto di laico viene riportato a quello di chierico e di religioso. Un concetto negativo, in quanto si limita ad indicare che il laico non è né sacerdote, né religioso. Il laico si distingue dal sacerdote, giacché non è persona destinata e consacrata ad un ministero pastorale; si distingue dal religioso, giacché non sacrifica né estromette dalla sua vita le realtà profane, ma le usa con spirito caritativo interiore. 2) Dal lato teologico, invece, si cerca di definire il laico non per ciò che non è nella Chiesa, ma per la sua posizione e missione in essa; lo si rappresenta non come un tollerato, ma come un autentico membro del Popolo di Dio, che permane inserito nella vita del mondo.
Il Concilio preferisce il significato positivo teologico di laicato, anche per poter poi trarre e dedurre la natura ecclesiale della sua missione, ed indicarne con sicurezza i doveri spirituali ed apostolici fondamentali. «Con il nome di "laici" si intendono... tutti i fedeli, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti Popolo di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano» (Lumen Gentium, cap. IV, n. 31).
In questa nozione di laico si notano due elementi essenziali. Il primo aspetto che caratterizza il laico è la sua "ecclesialità"; è membro della Chiesa. Ogni stato cristiano si inquadra entro la visione ecclesiologica. E poiché l'appartenenza alla Chiesa comporta una partecipazione all'essere e alla missione di Cristo, lo stato ecclesiale del laico si traduce e si esprime nella dimensione cristologica. I cammini di vita e gli stati nella Chiesa altro non possono essere che modi di seguire Cristo. Mediante il battesimo il laico è divenuto membro dell'unico Popolo di Dio, la cui nota spirituale è «essere e crescere in Cristo» (1Cor 12,4).
Il secondo elemento che caratterizza la nozione di laico è il fatto che esso è chiamato a vivere la sua ecclesialità in modo secolare; è inserito personalmente e socialmente nella vita profana; espleta la sua missione cristiana fra le realtà terrene. Essere laici nella Chiesa significa «far parte della missione di Dio nel mondo». Posti nelle condizioni ordinarie della vita familiare e sociale, implicati in tutti gli affari del mondo, essi devono trattare le cose temporali e ordinarie secondo Dio; devono impregnarle di spirito caritativo.
«Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l'esercizio del proprio ufficio e sotto la guida dello spirito evangelico, e, in questo modo, a manifestare Cristo agli altri, principalmente con la testimonianza della loro stessa vita, e con il fulgore della loro fede, della speranza e carità» (Lumen Gentium, IV, 31). I Laici sono la Chiesa nel mondo: per la loro opera la Chiesa non viene posta di fronte al mondo, ma è intimamente presente in esso. Per lo stato secolare la Chiesa rimane nel mondo ed è vincolata alla sua sorte; la sua missione pasquale è innestata nella realtà dell'incarnazione. La missione e la santità del laicato costituiscono anche una parte dell'aspetto visibile della Chiesa. I laici, quindi, sono membri di una comunità ecclesiale organizzata, con propria gerarchia e mansioni differenti. I laici godono della dignità del Popolo di Dio, la quale è fondamentalmente unica per tutti i membri del Corpo mistico. Non solo non hanno significato in Cristo e nella Chiesa la stirpe o nazione, la condizione sociale o il sesso, ma le stesse missione differenti mansioni ecclesiali sono donate per una identica missione apostolica. «Vige fra tutti una vera uguaglianza riguardo alla dignità e all'azione comune a tutti i fedeli nell'edificare il Corpo di Cristo» (Lumen Gentium, IV, 32).
Se tutti i membri della Chiesa sono chiamati ad un'unica missionarietà, è perché essi possiedono in comune la medesima vita in Cristo. Anche quelli che nella Chiesa svolgono il ministero pastorale e vi esprimono un potere di comando sono, al pari dei laici, incorporati nel Corpo mistico; sono rigenerati nello stesso battesimo; conoscono un solo Signore nella medesima fede; hanno per fratello Cristo; sono partecipi dell'unica carità; in comune hanno la vocazione alla santità.
Il laico deve saper meditare sulla propria dignità nella Chiesa; essa è insieme una vocazione ed un impegno. Non deve impigrirsi in uno stato passivo, perché sa di non essere né religioso né sacerdote. Egli deve vedersi presente in Cristo e nella Chiesa; avere responsabilmente coscienza di partecipare della dignità sacerdotale, profetica e regale di Cristo. «Così nella varietà tutti danno testimonianza della mirabile unità nel Corpo di Cristo; poiché la stessa diversità di grazie, di ministeri e di operazioni raccoglie in un sol corpo i figli di Dio, dato che tutte queste cose opera un unico e medesimo Spirito» (1Cor 12,11 - Lumen Gentium, IV, 32). Tutti i membri della Chiesa, secondo le possibilità della personale situazione, sono chiamati a concorrere all'incremento della Chiesa e alla sua continua ascesa alla santità. Pure i laici devono sentirsi impegnati in modo costante e generoso alla diffusione del Regno di Dio. Il fondamento primo della missione apostolica del laico non sta nella scarsità del clero o nell'impossibilità per il sacerdote di penetrare in alcune strutture temporali; esso si radica nello stesso essere laico, quale è plasmato dai sacramenti.
I sacramenti sono le sorgenti di ogni apostolato entro la Chiesa. Attraverso i sacramenti il Signore chiama il laico ad una missione apostolica; ne impegna una risposta responsabile mediante il dono della grazia. È necessario dare consapevolezza ai laici, affinché conoscano ed apprezzino la dignità-missione a cui sono stati elevati. Sviluppando in se stessi la pienezza ecclesiale, sapranno rivelare al mondo la Chiesa stessa; approfondendo il loro "essere Chiesa" e la loro vita in Cristo, consentiranno a quanti incontrano sul loro cammino (atei, agnostici o "tiepidi") di incontrare in loro la Chiesa di Cristo.

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