Da Napoli


Il diaconato in Italia n° 178
(gennaio/febbraio 2013)

TESTIMONIANZE


Da Napoli
di Gaetano Marino

Il 19 e il 20 ottobre si è svolto il convegno "Il diaconato permanente a Napoli (1972-2012) - Fede e Spiritualità del Diaconato Permanente". Erano presenti il cardinale Crescenzio Sepe, mons. Antonio Di Donna, mons. Lucio Lemmo, mons. Vincenzo Mango, relatori diacono prof. Vincenzo Santoro, il teologo don Giuseppe Bellia ed il moderatore dott. Massimo Milone direttore TGR Campania che nel pomeriggio ha tenuto una tavola rotonda con le varie testimonianze.
Mons. Mango ha iniziato la sua riflessione partendo dall'intuito profetico del card. Corrado Ursi, presente al Concilio Vaticano II, che credeva nel diaconato tanto che ci ha lasciato un prezioso documento "Chiesa tutta ministeriale", una perla per tutta la Chiesa ed ha sottolineato come Napoli sia la diocesi con un numero maggiore di diaconi, rispetto a tante altre e di come sia aperta a questo momento di grazia dello Spirito.
Nel 1972 fu istituito l'IDIM a Napoli, il primo istituto in Europa per la formazione dei ministeri, frutto del lavoro prezioso svolto dall'instancabile mons. Ugo Grazioso, braccio destro del card. Ursi per il diaconato. Il direttore ha parlato anche degli sviluppi che il diaconato ha avuto a Napoli e dell'auspicio di un direttorio locale.
Il prof. Santoro, con precisa professionalità, ha presentato il lavoro dei questionari e da essi ha individuato forme ed orientamenti che con il tempo possono determinare dei vuoti. Successivamente, prima della relazione di don Bellia, sono state proiettate le varie fasi del cammino diaconale a Napoli attraverso i TGR Campania. È stato suggestivo rivedere le immagini e sentire notizie riguardo le ordinazioni nel corso di quarant'anni. Don Giuseppe Bellia ha tenuto una magistrale relazione sul tema del convegno, asserendo che: «L'anno della fede è un'occasione per rivisitare il senso del servizio diaconale e delineare più esattamente il percorso spirituale della diaconia ordinata».
Dopo ampio ed esaustivo commento, ha affermato che la vita spirituale va intesa: «come testimonianza della signoria effettiva dello Spirito Santo nel tempo degli uomini che non può essere compresa e vissuta come una comoda e codarda fuga dagli impegni che il cristiano ha nel mondo».
La spiritualità diaconale presuppone una crescita che necessita di una disciplina allo studio, poiché la sapienza ci è stata data e va alimentata, per cui essa, per essere vissuta nel quotidiano come opera della fede, deve nutrirsi essenzialmente della Parola. È necessario l'ascolto: in esso vi è la relazione tra Dio e l'uomo, non una realtà occasionale, ma un tendere verso la comunione tra quanti attraverso il nostro cammino. La centralità dell'eucaristia, come invita il papa, deve essere «il cuore della domenica» e «l'asse portante della storia». «La sequela richiede insieme al cambiamento dei pensieri e al loro rinnovamento spirituale anche la conversione dei costumi».
Questo caratterizza il discepolo cristiano, ma anche tutta la comunità fino a portarsi nel mondo ai piccoli, agli umili e a tutti coloro che sono sulla nostra scia, quali soggetti privilegiati di ogni evangelizzazione. Infine, don Giuseppe ha asserito che in certe diocesi, i diaconi sono stati interpretati come una sorta di riserva di manodopera pastorale, specie laddove le forze clericali non sono numerose. Importante è la volontà di superare una mentalità del fare, privilegiando quella dell'essere, partendo dalla dimensione eucaristica: «servire i fratelli nella diaconia liturgica e lavare materialmente i loro piedi, venendo incontro ai loro bisogni», poiché bisogna considerare che la diaconia ha senso se permette ai poveri di avvicinarsi all'eucaristia.
Il cardinale ha presenziato alla celebrazione eucaristica e nell'omelia non ci ha fatto mancare la sua preziosa parola, esprimendo l'importanza della spiritualità e di essere formati e pronti a rispondere alle sfide odierne, sapendo interagire con i segni dei tempi.
Nel primo pomeriggio le varie testimonianze alla tavola rotonda hanno arricchito e completato il convegno; ci sono stati due sacerdoti, figli di diaconi, che commossi hanno voluto farci partecipe della loro esperienza, alcune mogli di diaconi che hanno condiviso il loro vissuto nella diaconia, nonché diversi diaconi che hanno testimoniato il loro ministero nella professione, nel mondo, nella e con la famiglia.
Al convegno hanno partecipato tantissimi diaconi con le loro mogli, diversi sacerdoti ed il primo giorno tanti seminaristi e il presidente della "Comunità del diaconato in Italia", Enzo Petrolino. Possiamo dire che ci siamo sentiti membri di una sola famiglia, commosso dico: «mi sono sentito a casa mia».

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