Avvento e Natale (A) 2013/2014


Parola che si fa vita

Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)

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"Parola-sintesi" proposta per ogni domenica,
corredata da un commento e da una testimonianza.


1a domenica di Avvento (1° dicembre 2013)
Anche voi tenetevi pronti (Mt 24,44)

2a dom. di Avvento - Immacolata Concezione (8 dicembre 2013)
Rallegrati, piena di grazia (Lc 1,28)

3a domenica di Avvento (15 dicembre 2013)
Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo! (Mt 11,6)

4a domenica di Avvento (22 dicembre 2013)
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo (Mt 1,24)

Natale del Signore (25 dicembre 2013)
Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11)

Santa Famiglia (29 dicembre 2013)
La Parola di Dio abiti tra voi nella sua ricchezza (Col 3,16)

Maria Madre di Dio (1° gennaio 2014)
Giornata mondiale della pace
Fraternità, fondamento e via per la pace

2a domenica dopo Natale (5 gennaio 2014)
Epifania del Signore (6 gennaio 2014)
Il Verbo venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14)

Battesimo del Signore (12 gennaio 2014)
In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17)


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1a domenica di Avvento (1° dicembre 2013)
Anche voi tenetevi pronti (Mt 24,44)

Spesso diciamo che non si è mai finito di imparare. Cominciando con questa domenica il nuovo Anno Liturgico, siamo posti tutti nella favorevole condizione di un nuovo apprendistato. L'Avvento, come una primavera, colora di nuovo la vita e ci invita a rimetterci alla scuola di Gesù. Andando incontro a Lui, che è venuto nel primo Natale, che continuamente viene nei Sacramenti, nella sua Parola, nelle opere di carità, e che verrà alla fine di tutto, impariamo a vivere il nostro tempo in attesa vigilante e operosa.
"Anche voi tenetevi pronti": la vigilanza è d'obbligo per difendere quanto abbiamo di più prezioso. Gesù invita ciascuno all'essere pronti. Questa prontezza ci porta innanzitutto a uscire dal sonno, cioè da una situazione di torpore che impedisce di vedere ciò che accade nel profondo della storia personale e del mondo. La vigilanza ci impegna poi a prendere a cuore la nostra relazione con Cristo: cercarlo, trovare il tempo per ascoltarlo e per intendere la sua voce. Infine l'attesa ci apre alle opere che nascono dall'amore fraterno, dalla misericordia, dalla compassione, da un senso nuovo di equità e giustizia. Per rivestirci di Cristo, come dice san Paolo.

Testimonianza di Parola vissuta

Leonardo è un professionista affermato. I suoi genitori sono morti nel giro di un anno, senza aver provato la gioia di vedere sistemato il loro unico amato figlio.
Il suo dramma è che non riesce a capire il senso di quello che accade, il senso della vita, del dolore. Neanche l'amore della sua donna schiarisce le tenebre. Si chiede come mai il mondo si regga e vada avanti su sistemi di egoismo raffinati. Confida la sua inquietudine a un amico, il quale gli suggerisce, per capire il senso della vita, di imparare a leggere i segni che ogni giorno presenta. Gli sottolinea, però, la necessità di perdere le convinzioni acquisite o comunque di essere aperto a ciò che la vita dice.
Non passa molto tempo e Leonardo sente di aver trovato la pace. "Non è un bene che io posseggo, ma la certezza di stare davanti a qualcuno, una persona che mi guarda con tale amore da assicurare la mia crescita. Non si è trattato di conquistare nuove conoscenze, ma di perdere tutto ciò che sapevo e che era la mia roccaforte. La fede è adesione al mistero, è un rapporto con qualcuno che c'è sempre".

(A.M., Bratislava)

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2a dom. di Avvento - Immacolata Concezione (8 dicembre 2013)
Rallegrati, piena di grazia (Lc 1,28)

La solennità dell'Immacolata, posta nel cammino dell'Avvento, propone il modello di una vita pienamente realizzata, perché costruita da Dio. Maria è la donna che diventa protagonista perché associata in modo unico e irrepetibile al Dio della vita e chiamata ad essere Madre di Cristo, Messia e Figlio di Dio. Dio, mediante il suo messaggero, interviene nella vita di Maria e con la sua proposta intende far compiere un salto di qualità all'umanità intera.
Maria viene invitata a collaborare in prima persona affinché il Figlio di Dio possa inserirsi nel tessuto della famiglia umana; è abilitata a tale compito con uno speciale favore divino: ella è destinataria del dono di Dio che la rende capace di un'intima comunione con Lui. Per questo possiamo dire che Maria è l'Icona, l'immagine vivente, dell'amore di Dio.
È bello vedere un Dio che si rivolge all'umile fanciulla di Nazaret e instaura con Lei un rapporto di libertà e di amore. E c'è di fatto una Parola di "grazia" che raggiunge ognuno di noi: e il dono di Dio che ci viene fatto con larghezza; è il suo amore che ci viene regalato. Allora anche ciascuno di noi è chiamato a vivere la propria vita nello stupore e nella meraviglia, nel desiderio delle "sorprese" di Dio, che spesso ci arrivano in modo imprevedibile e imprevisto. Come per Maria!

Testimonianza di Parola vissuta

Una mattina entrai in una chiesetta. Ma non fu come le altre volte. Mentre cercavo di raccogliermi, mi parve di udire una voce: "Dammi le redini della tua vita".
Il silenzio attorno a me divenne denso e, stupito dall'irruzione di una tale proposta, cominciai a ripassare la mia vita. Mi sembrò che ogni cosa che avevo fatto fosse stata sempre finalizzata a possedere la mia vita, a gestirla nel migliore dei modi. Ora si trattava di lasciarmi guidare da un altro e di abbandonare con fiducia i miei programmi nelle mani di un altro che li avrebbe potuti cambiare. Si trattata di cominciare ad agire non più secondo i miei gusti e le mie convinzioni.
Lentamente l'idea si fece spazio nella mia mente e mi sembrò che la mia vita avrebbe potuto avere una nuova avventurosa svolta.
Non ricordo se presi qualche decisione, ma furono le circostanze ad aiutarmi a dare le redini della mia vita a un invisibile "altro".
E ho visto che quest'altro non si sbaglia, anche se talvolta seguirlo costa fatica.

(Angelo B., Ancona)

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3a domenica di Avvento (15 dicembre 2013)
Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo! (Mt 11,6)

Da quello che conosciamo dal Vangelo sappiamo che Giovanni Battista ha delle idee forti e radicate per le quali vive. Davanti allo sconcerto di non poter rispecchiare la vita di Gesù in quanto egli ha annunciato, ha un momento di dubbio e di disorientamento dal quale si riprende quando ascolta le sue parole. Le fa sue, aggiorna il suo modo di pensare e segue senza esitazioni la direzione indicatagli dal Maestro.
La scoperta di chi è Gesù è una conquista personale che ognuno deve compiere con le sue opere. Gesù indica il cammino per tale scoperta e conclude la sua risposta ai discepoli del Battista con una beatitudine: Beato è colui che in me non trova motivo di scandalo. Egli non ha associato la sua azione alla potenza che mortifica e schiaccia, ma all'amore che risana e perdona. Gesù compie miracoli per mostrare che Dio è vicino a chi soffre e si prende cura di lui. Il suo amore potente è più forte di ogni male. Coloro che hanno fiducia in Gesù e lo seguono possono anche oggi scoprire i segni della bontà di Dio e compiere le sue opere. A questo siamo chiamati.

Testimonianza di Parola vissuta

Sono madre di tre figli. Il terzo, dopo un percorso difficile alle scuole medie, è entrato nel giro della droga. Giorno dopo giorno ha perso qualcosa. In famiglia è diventato la pecora nera. Quando rientrava, se rientrava, l'aria cambiava. Ho capito che lui aveva più bisogno degli altri delle mie cure, del mio affetto. Ho dovuto mettere in modo fantasia e intelligenza per capire come e cosa fare.
Una volta, essendo scomparso per diversi giorni, sono andata a cercarlo in un parco dove si raggruppano i tossicodipendenti. Lo vedo seduto in un angolo con altri. Hanno davanti delle bottiglie. Quando mi vede, mi grida volgarmente di andar via. Resto ferma. Lui grida, poi lentamente si calma. Si alza barcollando. Cade davanti a me. È distrutto. Lo aiuto ad alzarsi. Altri, ragazze e ragazzi, mi aiutano a portarlo fino alla macchina. A casa delira, piange. Accetta dopo qualche giorno, di entrare in una comunità terapeutica. Ora sta risalendo le china.
Altre volte sono tornata in quel parco. E sento per gli altri la stessa maternità. Con me viene sempre qualcun altro. Mio figlio mi ha aperto gli occhi.

(Ester, Svizzera)

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4a domenica di Avvento (22 dicembre 2013)
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo (Mt 1,24)

Accogliere Gesù vuol dire fargli posto nella nostra esistenza. Ma questo non è così facile come sembra, né lo è stato per la sua famiglia: prima che andassero a vivere insieme (Maria) si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Una situazione di disagio non solo per Maria, la diretta interessata, ma anche per Giuseppe, che sa che quel bimbo che sta per nascere non è suo. L'evangelista Matteo ci presenta la soluzione umana, in cui emerge tutta la discrezione e la delicatezza di Giuseppe.
La soluzione proposta da Dio però è un'altra: non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Il progetto di Dio passa attraverso Giuseppe. Ed egli non esita a fare come gli aveva ordinato l'Angelo del Signore. Giuseppe ascolta quella Parola, che può arrivare in mille modi; ed è una Parola che annuncia il nuovo, il progetto di Dio. L'ascolto poi diventa scelta, decisione concreta. Il Vangelo di questa domenica, ormai prossima al Natale, ci invita a fare posto a Dio, a fare la sua volontà, a rispondere alle sue chiamate con disponibilità, spirito di servizio, vivendo l'obbedienza della fede, frutto di una relazione costante con Dio e con i fratelli.

Testimonianza di Parola vissuta

Dopo molte ore di logorante attesa viene annunciato che tutti i voli da Bratislava sono stati cancellati: la compagnia aerea è fallita.
Torno a casa e mi telefona un amico in vacanza in Ungheria, a tre ore da Bratislava: mi chiede se ho in programma di andare in Italia. Lui è solo e sarebbe un aiuto anche per la guida. Prendo il primo treno per Budapest. Mi trovo accanto ad un musicista ungherese. Lui, stupito di sentirmi parlare la sua lingua, tira la conclusione che certamente giro questi paesi per avventure d'amore. Gli rispondo: "Sì, sono qui per una grandissima avventura d'amore: Dio!".
Lo vedo scombussolato, divertito, curioso. Dopo mi chiede: "Ma come fai ad essere certo di Dio?". Gli racconto l'accaduto e che il fatto di stare al gioco delle circostanze mi permette di fare continua esperienza di Dio vicino.
Il musicista allora: "Possibile che Dio entri nella nostra quotidianità? Se è così, la compagnia aerea è fallita perché potessimo incontrarci. Si vede che sei una persona felice". Quando mi salutò lo vidi commosso.

(T.M., Italia)

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Natale del Signore (25 dicembre 2013)
Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11)

La luce assume particolare valore in questo tempo invernale quando le ore di luce sono più limitate. Nello sfavillio del Natale brilla una luce che si distingue dalle altre. Più che per gli occhi, è per il cuore. È la luce di Dio fatto uomo che illumina la notte della storia e riscalda il cuore dell'umanità. Una volta accesa, non si spegne più, se non la rifiutiamo. E con la luce anche la pace viene offerta: è il dono che l'Emmanuele, il Dio con noi, affida alla laboriosità delle nostre mani, alla fantasia della nostra intelligenza e al calore del nostro cuore.
La luce e la pace sono i doni di Gesù che viene oggi per noi. Viene come un bambino, un piccolo d'uomo fragile e indifeso. Viene come un povero: appena nato è deposto in una mangiatoia perché per loro non c'era posto nell'alloggio. Viene come uno di noi, in tutto simile a noi; non come un privilegiato, difeso e tenuto lontano dagli incerti e dai pericoli del trambusto e dei rischi della storia.
Egli ci porta la salvezza, dà cioè a noi la certezza dell'amore di Dio per ciascuno: siamo infinitamente amati da Dio. E noi possiamo accogliere questo amore che cambia tutto, a partire da noi stessi. E ci fa intraprendere la strada della sobrietà, che è rinuncia ad accaparrare, ad accumulare, a consumare; la strada della giustizia che è ricerca dell'equità, della condivisione, della solidarietà; la strada della pietà che è riconoscere la presenza di Dio, della sua tenerezza e compassione per ogni vivente.

Testimonianza di Parola vissuta

Abito vicino al muro che è stato costruito nel mio Paese per divederci tra arabi ed ebrei. Lo vedo ogni giorno aprendo la finestra della mia stanza. Lungo la strada, poi, ci sono dei posti di blocco dove i soldati fermano chiunque voglia passare per controllare i documenti, così andare a scuola, visitare i parenti o amici diventa un'impresa avventurosa...!
Mi viene l'agitazione ogni volta che i soldati ci fermano, ma poi mi ricordo che posso offrire la mia paura a Gesù e che quel soldato è un uomo come me, quindi devo amarlo.
In questo modo sento che Gesù diventa tutto per me e, dandomi la forza di ricominciare ogni giorno, il peso delle difficoltà si fa più leggero.

(Juliana, Terra Santa)

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Santa Famiglia (29 dicembre 2013)
La Parola di Dio abiti tra voi nella sua ricchezza (Col 3,16)

Il mistero del Natale è l'incarnazione di Dio nella storia umana. La Provvidenza divina ha scelto di riservare a Gesù la forma ordinaria e comune a tutti gli uomini: una famiglia. Così essa, già importante per la natura, riceve anche una nuova via di santificazione.
San Paolo, nella seconda lettura di oggi, offre due grandi indicazioni per la vita familiare: il perdono reciproco, che nasce dall'imitazione di Dio, e il Vangelo: la Parola di Dio abiti tra voi nella sua ricchezza. La Parola di Dio abita davvero tra noi, se trova spazio e accoglienza. Nella lettura, nel confronto e nella pratica in modo che essa diventi la roccia sulla quale costruiamo la casa della nostra vita. Attorno alla Parola di Dio si costruisce la famiglia, come sulla parola di Dio si fonda la Chiesa.
Accogliamo di volta in volta, nelle diverse situazioni talora confuse e complesse, non di rado cariche di sofferenza e di tensioni, la parola di Gesù. Davanti a questa Parola siamo tutti discepoli, da questa Parola attingiamo saggezza e luce; da questa Parola facciamo nascere ogni nostra preghiera.

Testimonianza di Parola vissuta

Mia figlia più piccola ha ora 26 anni. Non ha mai avuto problemi particolari, ma essendo abbastanza diversa dai fratelli, ero solita paragonarla con loro. Essi avevano degli amici; lei a mala pena ne aveva uno o due; loro parlavano e comunicavano con gli altri; lei era silenziosa e secondo me troppo seria.
Mi aspettavo di vedere in lei un'altra persona, qualcuno che andava d'accordo con i miei gusti e con i miei modi di fare. Ho sofferto molti anni e pure lei, a causa della mia impazienza e mancanza di comprensione.
Cercando di mettere in pratica le parole di Gesù che considera fatto a se stesso quanto di bene facciamo al prossimo, ho deciso di amare mia figlia come Dio voleva che l'amassi - così com'era ed è - e riconoscere Gesù in lei e nella sua sofferenza.
Pian piano, ho cercato di ascoltarla meglio, prestandole attenzione profondamente, non esprimendo la mia opinione a meno che non dovessi farlo, e se dovevo farlo, aspettare il giusto momento. Soprattutto ho cercato di farle conoscere che l'amavo nella maniera in cui lei è, che la stimavo e rispettavo e avevo bisogno di lei.
Il nostro rapporto è cambiato; è migliorato sempre di più. Adesso dentro di me c'è la pace e soprattutto posso sentire e veder il suo amore per me.

(A.R., California)

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Maria Madre di Dio (1° gennaio 2014)
Giornata mondiale della pace
Fraternità, fondamento e via per la pace

Tutti vogliamo la pace. La sentiamo come condizione necessaria per vivere bene. E sappiamo per esperienza che essa nasce dai nostri cuori, dalle piccole azioni quotidiane. Ma siamo sicuri anche che è dono di Dio da invocare con pazienza e perseveranza.
Tutti abbiamo davanti agli occhi piazza san Pietro affollata di persone di ogni credo e nazione a chiedere con papa Francesco il dono della pace per l'umanità. In quell'occasione il Papa ha citato il racconto della creazione: "Dio vide che era cosa buona (Gen 1, 12.18. 21. 25). Il racconto biblico dell'inizio della storia del mondo e dell'umanità ci parla di Dio che guarda alla creazione, quasi la contempla, e ripete: è cosa buona... Questo ci dice che il nostro mondo nel cuore e nella mente di Dio è la casa dell'armonia e della pace ed è il luogo in cui tutti possono trovare il proprio posto e sentirsi a casa, perché è cosa buona.
Tutto il creato forma un insieme armonioso, buono ma soprattutto gli uomini, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, sono un'unica famiglia, in cui le relazioni sono segnate da una fraternità reale non solo proclamata a parole: l'altro e l'altra sono il fratello o la sorella da amare, e la relazione con Dio, che è amore, fedeltà, bontà, si riflette su tutte le relazioni tra gli umani e porta armonia all'intera creazione. Il mondo di Dio è un mondo in cui ognuno si sente responsabile dell'altro, del bene dell'altro" (dal discorso per la pace del 7 settembre 2013).

Testimonianza di Parola vissuta

Nella nostra parrocchia, da alcuni anni realizziamo una distribuzione di viveri e indumenti per famiglie bisognose. Qualche tempo fa abbiamo conosciuto una ventina di donne provenienti dal Marocco. Ci siamo rimboccati le maniche per venire incontro alle loro esigenze. Insieme ad alcune insegnanti in pensione abbiamo iniziato un corso di lingua italiana, mentre un'insegnante di educazione fisica ha messo a disposizione la sua palestra per un corso di ginnastica. Ci ritroviamo anche per cucinare insieme, imparando i piatti tipici.
Un giorno una famiglia marocchina ha avuto lo sfratto. Ci siamo messi a cercare un'altra casa, ma nessuno voleva affittare un'abitazione a extracomunitari. Finalmente abbiamo trovato un appartamento con mobili e lavatrice. Un'altra volta, è nata l'idea di un doposcuola. Il numero dei bambini che lo segue continua a crescere. Abbiamo cercato aiuti e arrivato volontari da varie parti della città. "Mi ero rivolta a Dio - ha confidato Aisha - con queste parole: Tu che mi hai dato questa figlia aiutami a trovare una strada. Dio ha risposto alla mia preghiera".
A casa di una di queste famiglie, abbiamo letto una volta un brano del Vangelo e loro un passo del Corano. È stato un momento di comunione fraterna. In seguito abbiamo fatto conoscere anche la Parola di Vita che viviamo ogni mese. "Sono molto contento di avervi incontrato", ci ha poi detto uno di loro. E un altro: "Da quando vi conosco sono crollati dentro di me tanti pregiudizi. Ho capito che Dio è padre di tutti. Anche se apparteniamo a religioni diverse, siamo tutti fratelli".

(Carmela, Italia)

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2a domenica dopo Natale (5 gennaio 2014)
Epifania del Signore (6 gennaio 2014)
Il Verbo venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14)

Abbiamo da poco celebrato il Natale e anche oggi la Parola del Vangelo ci fa rivivere questo mistero: la Parola eterna, assolutamente stabile, entra nella fragilità della storia, della carne e pone la sua tenda in mezzo a noi.
La tenda richiama una realtà fragile, mobile, che si può disfare. Ma proprio così Dio in Gesù si fa vicino a noi uomini, che su questa terra siamo di passaggio, pellegrini, forestieri.
E Gesù assume in sé tutta la nostra fragilità e viene ad abitare in mezzo a noi per comunicarci la sua Parola e per indicarci il cammino della vita. Si fa nostro fratello perché impariamo a trattarci da fratelli; si fa nostro compagno di viaggio perché impariamo a condividere il pane con chi non ne ha; si fa pellegrino con noi perché impariamo a camminare con gli altri nel rispetto, nel dialogo e nell'attenzione. L'evento della nascita di Gesù contiene la radice della nostra capacità di essere nuovi.
Come suggeriva il vescovo Tonino Bello chiediamo a Gesù che abita in mezzo a noi, la capacità di inventare una vita carica di donazione e di preghiera, di silenzio e di coraggio, di pace e di speranza, di condivisione e fratellanza.

Testimonianza di Parola vissuta

Il mese scorso abbiamo ospitato una giovane extracomunitaria che si trova in Italia in cerca di lavoro. La possibilità di accoglierla ci dava gioia. Dopo il primo giorno però, la mia generosità ha cominciato a scricchiolare: il suo atteggiamento troppo servizievole, il doverle insegnare le cose mi inquietavano.
È stato il momento di fermarmi, di rinnovare l'impegno di solidarietà preso. Mi è tornata dentro una pace che ha portato a un'intesa, ad una collaborazione, a uno scambio di opinioni, di consigli.
Una sera in cui era un po' triste mi ha detto che si ritirava per andare a pregare. Allora le ho chiesto se era contenta che pregassimo insieme. Abbiamo recitato il rosario, affidando a Maria in modo particolare la ricerca del lavoro e la sua famiglia. Si è stabilita fra noi un'intesa forte, un'amicizia che sicuramente l'aiuterà nel lavoro che ora ha trovato.

(P.R., Italia)

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Battesimo del Signore (12 gennaio 2014)
In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17)

Il battesimo al Giordano esprime anzitutto la solidarietà con tutti gli uomini di Gesù che si mette in fila per essere anche Lui battezzato da Giovanni. Nello stesso tempo, la manifestazione di Dio mostra l'identità di Gesù, pronto a realizzare la volontà del Padre. La voce dal cielo lo manifesta figlio prediletto nell'unica famiglia della Trinità.
Il Padre si compiace del Figlio per il modo in cui questi fa giungere la parola del Signore all'umanità intera: senza violenza, accettando le vie più umili e apparentemente più deboli.
Lo stile adottato da Gesù è ancora valido dopo duemila anni? La mitezza è un segno del Regno di Dio o è solo indizio di debolezza? Proviamo in questa settimana a essere uomini e donne dal cuore mite, umile, capace di dialogo sincero e profondo. Siamo costruttori di fratellanza in forza dell'essere figli dell'unico Padre. Lo Spirito genera in noi il dono e l'impegno di vivere da figli e da fratelli per essere lievito di una umanità nuova, solidale, ricca di pace e di speranza.

Testimonianza di Parola vissuta

Mentre mi avvio verso la stazione dei treni vedo una ragazza che a fatica tira un grosso trolley, all'altra mano un borsone. Lei si ferma per riposare e ne approfitto per chiederle se ha bisogno di aiuto. Mi indica il valigione.
Comincio a tirare e mi rendo conto che ha solo una ruota ed è difficile trascinarlo, anche perché molto pesante. Cerco di fare in modo che cammini sull'unica ruota, ma è difficile mantenerlo in equilibrio.
Alla stazione lei si accorge di non avere il biglietto e neanche le monete per prenderlo alla macchinetta. Gliene do uno. Quando la saluto vedo che è molto grata. Mi fa male il braccio che ha tirato la valigia. Faccio due passi sul marciapiede. Tornando indietro vedo che la ragazza sta aiutando una signora con un bambino e un bagaglio che vuole convalidare il biglietto. Sono colpito dalla sua delicatezza.
Mi sembra che si chiuda un cerchio. Avrei avuto mille motivi per non offrire il mio aiuto! Poi si comincia con un gesto e l'amore va avanti e non si sa dove arriva.

(T.M., Roma)


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