Karl Rahner

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da Come il Padre ha amato me...
365 pensieri per l'anno sacerdotale
(Raccolta per autore)


Karl Rahner


L'unico di cui hanno bisogno
Li hai scelti Tu, non io


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L'unico di cui hanno bisogno

Oh, queste creature, mio Dio, alle quali tu m'hai mandato, lontano da te! I più (...) non vogliono affatto i tuoi doni, la tua grazia, la tua verità, con cui tu m'hai loro mandato. E io devo tuttavia tornare sempre daccapo alla loro porta, importuno come un rivenditore ambulante con le sue chincaglierie. Sapessi almeno di certo ch'essi vogliono rigettare te, quando non mi ricevono, mi consolerei. (...)
E quelli poi che mi ammettono nella loro vita? Signore, essi vogliono per lo più tutt'altro che quello ch'io porto loro da parte tua. (...) Se proprio non è il denaro che cercano o un aiuto materiale o il piccolo sollievo della compassione, mi guardano come una specie di agente delle assicurazioni, con cui vogliono concludere un'assicurazione sulla vita per l'aldilà (...).
Signore, insegnami a pregare e ad amarti. Allora dimenticherò in te la mia miseria. (...) E solo allora sarò un fratello per gli uomini, uno che li aiuta a trovare l'unico di cui hanno bisogno, te, Dio dei miei fratelli.

Tu sei il silenzio, Queriniana, Brescia 1969, pp. 63-64, 69
Come il Padre…, vol. I, Uomini di Dio per il tempo d'oggi

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Li hai scelti Tu, non io

Tu m'hai mandato fra gli uomini. Caricato sulle mie spalle il grave peso dei tuoi poteri e la forza della tua grazia, m'hai detto d'andare. Dura e quasi rude la tua parola, che mi manda lontano da te, tra le tue creature che tu vuoi salvare, fra gli uomini.
lo ho trattato, sì, già da sempre, con loro, anche prima che la tua parola mi consacrasse a questa missione.
Ho amato di amare e di essere amato, d'essere buon amico e di avere buoni amici. È bello star così con gli uomini e facile anche. Poiché si va solo fra quelli che uno si sceglie e vi rimane finché ne ha piacere. Ma adesso no: gli uomini, a cui sono mandato, li hai scelti tu, non io; né io devo essere il loro amico, ma il servo. E il fatto che mi vengono a noia non è più il segno di andarmene, come un tempo, ma il tuo ordine di rimanere.

Tu sei il silenzio, Queriniana, Brescia 1969, p. 63
Come il Padre…, vol. II, Servi per amore


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