Card. Miloslav Vlk

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da Come il Padre ha amato me...
365 pensieri per l'anno sacerdotale
(Raccolta per autore)


Card. Miloslav Vlk


Il vertice del sacerdozio
La sfida del totalitarismo
Dialogo tra preti e laici


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Il vertice del sacerdozio

Spesso i sacerdoti svolgono tante attività; ma quando ci si accorge che si spende cento per produrre uno, subentra scoraggiamento e stress, e cominciano i dubbi: avrò sbagliato vocazione? Il celibato è veramente un valore? Perché al sacerdote viene negato di avere una famiglia?
Ho avuto anch'io quei pensieri quando il governo mi proibì tutte le attività nella Chiesa, pulendo per dieci anni i vetri dei negozi per le strade di Praga. La mia situazione mi costringeva a cercare la mia identità sacerdotale - senza ministero, senza apparente utilità, senza essere leader. Eppure Gesù, quando fissato alla croce non poteva fare i miracoli, predicare ma - abbandonato solo tacere e patire, ha raggiunto il vertice del suo sacerdozio. Ho trovato in lui la mia vera identità sacerdotale, che mi ha riempito di gioia e di pace. Poi ho capito che questa identità non si acquista per sempre in un momento d'illuminazione e di grazia, si deve cercare di continuo, soprattutto nei momenti bui, dolorosi.

Spiritualità del sacerdote diocesano, Gen's 26 (1996) p. 13
Come il Padre…, vol. I, Uomini di Dio per il tempo d'oggi

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La sfida del totalitarismo

Dopo dieci anni felici di sacerdozio, il regime totalitario del mio Paese mi ha tolto la licenza di esercitare il ministero. Sono stato costretto a cercarmi un lavoro civile, sempre sorvegliato dalla polizia statale con l'intenzione d'isolarmi da tutti. Avevo già una profonda esperienza di comunione con sacerdoti e continuarla in quegli anni mi ha salvato.
Ci incontravamo una volta alla settimana malgrado i gravi pericoli di essere scoperti e puniti. Ma sapevamo che il valore della nostra comunione era più grande di ogni rischio. In questi incontri meditavamo spesso la Preghiera di Gesù per l'unità (Gv 17), e guidati e incoraggiati dal Concilio (PO 8) condividevamo le esperienze evangeliche che ognuno riusciva a vivere nella propria situazione.
È stato in forza di questa unità e della conseguente presenza di Gesù fra noi che abbiamo potuto sopravvivere. Non potrei sottolineare abbastanza fortemente l'importanza di una tale esperienza, in quei momenti drammatici e successivamente in tutte le circostanze della mia vita sacerdotale.

Spiritualità del sacerdote diocesano, Gen's 26 (1996) p. 12
Come il Padre…, vol. III, Testimoni di Gesù vivo

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Dialogo tra preti e laici

Il principio della Chiesa-comunione, affermato dal Vaticano II e da tanti documenti successivi del magistero cattolico, adeguato alle nuove esigenze, può entusiasmare a ragione soprattutto i giovani sacerdoti. Ma crea nello stesso tempo non poche difficoltà, perché richiede di lavorare non solo in unione con il vescovo e con i confratelli nel ministero, ma pure con i laici, e dialogare con essi richiede al presbitero di saper stare anche in ascolto, cosa non facile per mancanza di formazione al dialogo e di tradizione.
A questo proposito potrei offrire una ricca esperienza, poiché nel tempo di esilio in cui il governo mi ha proibito di esercitare il ministero, ho vissuto in gruppi clandestini di laici guidati da essi stessi, e una mia eventuale presidenza sarebbe stata dal punto di vista politico anche più pericolosa. Sono stato così "costretto" ad imparare il dialogo e ne ho scoperto l'importanza decisiva per costruire la comunione.

Spiritualità del sacerdote diocesano, Gen's 26 (1996) p. 13
Come il Padre…, vol. III, Icone dell'unitrinità


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