Convegno Nazionale - Introduzione



Il diaconato in Italia n° 182/183
(settembre/dicembre 2013)

Atti del XXIV Convegno Nazionale
Napoli 21-24 Agosto 2014



Introduzione
di Enzo Petrolino

«Fratelli nostri santi diaconi, Stefano, Lorenzo, Efrem, Arialdo, Vincenzo con la vostra intercessione ottenete a questi fratelli quell'amore che vi ha contraddistinto, quella carità pastorale che ha consumato la vostra vita. Ottenete loro di prestare sempre con gioia il servizio della Parola e dell'altare, di essere segni luminosi e viventi della diaconia di Gesù alla sua Chiesa». Carissimi fratelli diaconi, carissime spose e voi tutti cha siete qui per questo XXIV Convegno della Comunità del Diaconato, vi saluto e vi accolgo con le parole del Cardinale Martini pronunciate in una delle sue omelie nelle numerose ordinazioni diaconali della Diocesi di Milano. «La Chiesa, Lumen Gentium, si è riunita qui oggi, perché dove sono due o tre riuniti nel nome di Gesù lì è Lui ed è la sua Sposa».
Noi, piccolo gregge, ci siamo radunati per riflettere e pregare sul nostro ministero diaconale che il Concilio Vaticano II ha voluto restituire, in tutto il suo splendore, alla Chiesa perché sempre più si mostrasse al suo Sposo nella varietà dei ministeri e dei carismi. Il nostro essere radunati qui è contraddistinto da un unico titolo, quello di essere servi della Parola, della Mensa, della Carità. Ognuno, vescovo, presbitero, diacono, laico, sposa, figlio è chiamato alla diaconia in Cristo che si consuma nello scorrere quotidiano della nostra vita e la trasforma in offerta gradita a Dio. Solo in questo spirito di servizio e di ecclesialità potremo capire fino in fondo quale grande dono ci ha fatto il Concilio ridonando alla Chiesa il ministero del diaconato nella sua forma permanente.
Ed è con questo ampio respiro, che ci viene dallo Spirito, che oggi voglio accogliere e ringraziare ciascuno di voi presenti e quanti ci raggiungeranno nei prossimi giorni per rendere questo appuntamento più bello e interessante. Il nostro atteggiamento vuole essere innanzitutto di ringraziamento, per tutto quello che il Signore ci chiede - per la sua grazia - di essere e di operare per la Sua Chiesa, ma anche di realistica consapevolezza del nostro essere inadeguati in relazione alla nostra debolezza e ai limiti delle nostre capacità. Ritrovarci, però, insieme a tanti fratelli nel ministero convenuti da ogni regione d'Italia per comporre ogni diversità nella ricchezza di una "splendida unità" ci dà la misura di come il Signore continua a chiamare alla sua sequela persone differenti sia per origine geografica che per storia personale e percorso formativo, persone - potremmo dire con la Scrittura - di ogni «lingua, ceto e nazione», uomini diversi che, tuttavia, per la grazia ricevuta con l'imposizione delle mani seguono Cristo sulle strade del mondo, ossia là dove egli ci ha trovato e là dove è la nostra vocazione santificante. Di cuore sono grato a Sua Eminenza il Cardinale Crescenzio Sepe che ci ha voluti ed accolti nella Diocesi di Napoli e ci farà dono della sua presenza nella Celebrazione Eucaristica di sabato mattina; S.E. Mons. Lemmo vescovo ausiliare che presiederà le celebrazioni eucaristiche. Ringrazio Don Enzo Mango, delegato per il diaconato di questa Diocesi; Giuseppe Daniele responsabile dei diaconi della Diocesi, che insieme al carissimo Camillo Garsia mi ha aiutato a rendere possibile questo convegno.
Ogni giornata che vivremo avrà un sapore conciliare poiché saremo guidati a comprendere il nostro ministero guardandolo, come si fa con la punta di un diamante, dalle varie sfaccettature, per scoprirne ricchezze e diversità. Vogliamo verificare quanto abbiamo realizzato in questi primi quarant'anni dalla restaurazione del diaconato permanente in Italia - le prime diocesi a restaurare il Diaconato furono Torino con il Card. Michele Pellegrino (marzo 1972 e prime Ordinazioni autunno 1975) e Napoli con il Card. Corrado Ursi (19 settembre 1972 le prime ordinazioni 29 giugno 1975) - ma, soprattutto, abbiamo la preziosa opportunità di confrontarci ed individuare una possibile programmazione di tappe da realizzare in un immediato futuro, obiettivo irrinunciabile per un servizio che non rimanga disincarnato dalla vita della Chiesa e dalla ricerca di senso e di speranza degli uomini.
Ringrazio, sin da ora, i singoli relatori che poi ciascun moderatore, in ogni giornata, avrà cura di presentarci più dettagliatamente. Un grazie speciale a padre Bruno Secondin, carmelitano, che ci guiderà durante la Liturgia delle Ore nella lectio divina e ci farà assaporare le Scritture e la bellezza del ministero diaconale in esso. Padre Bruno è un noto biblista, docente alla Pontificia Università Gregoriana, scrive e cura la Lectio da anni e lo fa nella Chiesa della Traspontina a Roma, dove ogni anno si avvicendano noti biblisti che spezzano il Pane della Parola. Lo stile di Padre Bruno è fedele e rispettoso della Parola, ma anche aderente alle condizioni reali in cui ci troviamo, attualizzando la Parola stessa nelle diverse situazioni e nelle più disparate condizioni della vita. Cerchiamo di fare tesoro di quanto ci dirà. Tra poco Don Giuseppe Bellia, che ormai tutti conosciamo, avrà modo di farci entrare subito nel cuore del convegno con la sua riflessione sull'identità diaconale e la scoperta di essa. Direttore della Rivista "Il Diaconato in Italia", affronterà il tema "Educare alla diaconia dell'ascolto: l'identità diaconale", ci pone nell'ascolto autentico della Parola, un ascolto che "ci spinge" - come la carità di Cristo - ad obbedire e operare per aprire, nel vissuto di ogni giorno e per il bene di ogni uomo, "vie" di giustizia e d'amore attraverso un impegno incarnato, in un concreto e sapiente intreccio di fede e rettitudine, culto e impegno sociale.
Domani toccherà alla professoressa Rosanna Virgili, farci entrare nella dimensione scritturistica con la diaconia del Servo e della fede che scaturisce dall'ascolto. Nel pomeriggio la professoressa Giuliana Martirani ci aiuterà a comprendere cosa significa andare alla scuola dei poveri e lo farà parlandoci della sua vasta esperienza di docente impegnata da anni nel sociale. Molti di noi hanno avuto già modo di ascoltarla ed apprezzarla al convegno di Rimini. Venerdì ascolteremo la professoressa Cettina Militello nella relazione "La diaconia che edifica la Chiesa: i diaconi a servizio del popolo di Dio e del mistero pasquale". Nel pomeriggio con la presenza di Padre Alex Zanotelli e di Rosario Di Lorenzo, operatore del "Binario della Solidarietà", del diacono Giuseppe D'Antona, parteciperemo alla tavola rotonda coordinata dal vicedirettore della Caritas diocesana Giancamillo Trani, a cui seguirà la relazione di don Francesco Soddu, Direttore della Caritas Italiana. La sua relazione sarà: "Annunciare ed educare alla diaconia di Cristo servendo i poveri, il ministero diaconale per una Chiesa serva e povera".
Sabato mattina padre Bartolomeo Sorge ci aiuterà ad inquadrare il nostro ministero nelle sfide del nostro tempo. Di grande interesse saranno anche i lavori dei gruppi di studio, che permetteranno ai delegati episcopali, alle spose e ai diaconi presenti di conoscersi e scambiarsi le esperienze maturate nelle diverse realtà in cui operano. Un grazie particolare ad Aurelio e Montserrat Martinez di Barcellona, da poco eletta membro del Consiglio di Presidenza del CID in qualità di rappresentante delle spose, che introdurrà l'incontro delle spose che sarà guidato da Ornella Di Simone, sposa del diacono Roberto di Napoli; a padre Luca Garbinetto che coordinerà l'incontro dei delegati, a Vincenzo Santoro che ci presenterà il questionario per una indagine statistica che la Comunità intende avviare. Si uniscono a me, nella piena comunione fraterna tutti i componenti del Consiglio Nazionale della Comunità. Molti di loro sono presenti e faranno da moderatori nelle diverse giornate, per altri non è stato possibile partecipare a causa di problemi ed impegni personali o di lavoro.
Avremmo desiderato che gli iscritti a questo convegno fossero molti di più, perché in tanti potessero ascoltare e riflettere. Il calo di iscrizioni ci fa prendere atto, ancora una volta, della dura realtà che vive il nostro Paese e da cui nessuno è esente. Come diaconi siamo chiamati ad abbracciare e farci carico dei bisogni e delle urgenze che privano, anche del necessario, i nostri fratelli. È un grido soffocato e che ci lascia impotenti perché non sappiamo cosa fare e come operare, spesso non sono possibili gesti eclatanti, nessuno da solo può salvare il mondo intero. Ma... un solo bicchiere d'acqua donato con amore e condivisione può salvare la speranza nel cuore del fratello. È infatti la speranza che non deve venir meno, il lucignolo fumigante non deve spegnersi, la fame di pane, la fame di speranza, la fame di Dio devono trovare posto e spazio nella nostra missione di diaconi del terzo millennio.
Il Diaconato a 50 anni dal Concilio Vaticano II ci lancia certamente antiche sfide ma sempre nuove, perché molte di esse non siamo stati capaci di coglierle, il seme è stato gettato ma si è disperso con il vento e... la zizzania. Chiamati ad essere apostoli attivi della nuova evangelizzazione siamo protesi tra memoria e profezia, tra certezze e speranze, tra luce e fede, tra presenza e mistero. In questi giorni i relatori ci aiuteranno a scoprire maggiormente la nostra identità diaconale alla luce della Parola di Dio e del Magistero della Chiesa in questi 50 anni; a noi, poi, il compito di far emergere la verità del nostro ministero nella sua concreta evoluzione con i suoi successi e difficoltà, certi che il Signore edifica sempre. Paolo VI ci ricorda ancora oggi che il nostro non è un ministero tra i tanti ma deve essere la forza motrice per la diaconia della Chiesa. E permettetemi di dire che la forza motrice è l'amore! La fede si traduce nell'amore e l'amore si esprime nelle cose semplici, nei servizi umili, nella vita quotidiana. L'amore è il motore di ogni azione, di ogni gesto, di ogni parola.
Questa, è la carriera del Diacono: testimone di Gesù nella vita e pure nei momenti difficili dell'esistenza, fino alla morte; testimonianza totale, piena, definitiva. In altre parole, i Diaconi sono servitori di Dio e della Chiesa fino all'ultimo giorno della loro vita. Siano i prossimi autentici giorni di grazia per farci scoprire e rivalutare il nostro ruolo e carisma nel grande mosaico della Chiesa, per prendere forza e coraggio, per essere ancora servi inutili ma necessari perché sia conosciuto Gesù Maestro e Servo di tutti. Ringraziamo le nostre famiglie, le nostre spose, in modo particolare, che ci permettono di vivere il nostro ministero e che, spesso, insieme a noi diventano donne al servizio della speranza e della gioia del Vangelo. Ringraziamo quanti, dal primo momento hanno creduto nel ministero diaconale e si sono prodigati generosamente affinché fosse degnamente restaurato. Ringraziamo i Vescovi che ci hanno scritto e che si sono fatti presenti per questo convegno. Un grazie di cuore a Papa Francesco che ci ha fatto giungere il suo messaggio augurale e la sua benedizione, con il quale ci sentiamo profondamente vicini al suo magistero, nella speranza di poterlo incontrare. Risuonano profonde e vere le parole di monito di Papa Francesco: «Festeggiamo questo anniversario quasi erigendo un monumento al Concilio, ma ci preoccupiamo soprattutto che non dia fastidio. Non vogliamo cambiare, anzi ci sono voci che vogliono tornare indietro. Questo si chiama essere testardi e voler addomesticare lo Spirito Santo, si chiama diventare stolti e lenti di cuore».
Lo Spirito Santo non si addomestica! Un grazie anche a S. Em.za Card. Angelo Bangnasco, Presidente della CEI, per le parole di stima e di riconoscenza che ci ha inviato. Come Mosè orante sul monte ci seguono e ci accompagnano con la loro preghiera continua le Clarisse del Monastero Santa Chiara di Napoli a cui ho inviato una lettera perché fossimo accompagnati dall'olio buono delle lampade che è la preghiera incessante delle vergini consacrate a Dio. In questi giorni, è stata prevista anche la visita alle Catacombe di San Gennaro ed il pellegrinaggio al Tempio dell'Incoronata Madre del Buon Consiglio e dell'Unità della Chiesa, culla del diaconato Partenopeo, dove possiamo rendere omaggio alla tomba del Cardinale Arcivescovo Corrado Ursi, luogo ricco di fede e di memoria che ci riallaccerà alla recente celebrazione del 40° anniversario dell'inizio della formazione al diaconato permanente nella Chiesa di Napoli. Tanti diaconi impossibilitati ad essere presenti mi hanno scritto assicurando la loro preghiera, così come i membri della Comunità del Diaconato, questa piccola, grande famiglia che vuole crescere sempre di più per essere fermento di vita e di servizio nella chiesa e nel mondo. Perché i diaconi suscitino questa nuova volontà di impegno creativo, è necessario che si avvertano partecipi di una comunità nella quale si sentono riconosciuti, in cui la loro presenza è desiderata, valorizzata, apprezzata. Contribuire alla crescita (qualitativa prima che quantitativa) del diaconato, dunque, significa anche riconoscere il ruolo che essi hanno nella comunità cristiana e favorire un'appartenenza che susciti responsabilità e corresponsabilità. Responsabilità ed appartenenza si alimentano quindi reciprocamente. Credo che nel nostro Convegno più che "discutere" sull'identità e sui compiti del diacono, bisogna porre l'accento sulla diaconia come elemento costitutivo della Chiesa e strutturale rispetto alla sua missione di servizio nel mondo.
Una Chiesa che, sull'esempio di Papa Francesco, recupera le sue tre caratteristiche primordiali: una Chiesa libera dai condizionamenti, dai poteri economici, dai poteri forti, dalla politica; una Chiesa povera che trova la sua forza nella povertà, accanto agli ultimi del mondo; una Chiesa serva sull'esempio di Gesù che non è venuto per essere servito ma per essere il servo obbediente del Padre. Una missione che il diacono, nella sua dimensione sacramentale, custodisce e promuove con la sua persona in ogni situazione della vita: nella famiglia, nel lavoro, nel ministero. Con la grazia di Dio e l'aiuto che ci viene dallo Spirito, appena invocato nella celebrazione d'inizio presieduta da don Enzo, dichiaro ufficialmente aperti i lavori per il XXIV Convegno della Comunità del diaconato in Italia.

(E. Petrolino è presidente della Comunità del Diaconato in Italia)


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