Laboratorio delle spose



Il diaconato in Italia n° 182/183
(settembre/dicembre 2013)

Atti del XXIV Convegno Nazionale
Napoli 21-24 Agosto 2014



Laboratorio delle spose
di Ornella Di Simone

Il primo argomento che abbiamo affrontato è stata la doppia sacramentalità del diacono sposato ed in particolare come un sacramento si innesta nell'altro, dal momento che i nostri mariti hanno ricevuto il diaconato quando erano già sposati, e se l'esercizio dei due ministeri ha creato problemi all'interno della coppia. In alcune situazioni, abbiamo registrato quella che potrebbe essere definita come la distanza che c'è tra il marito diacono sull'altare e la sposa nei banchi.
In che senso questa distanza? Nel senso di tutte quelle difficoltà che la coppia deve affrontare per vivere in pienezza e con equilibrio i due sacramenti. In primo luogo ad esempio la mancanza di una formazione di coppia alla nuova ministerialità. Non in tutte le diocesi, infatti, è previsto un percorso di formazione di coppia o comunque aperto alle spose. In secondo luogo la difficoltà nell'accogliere sin dall'inizio la ministerialità del marito, con i nuovi impegni che essa comporta, con la generosità necessaria, cosa che talvolta si traduce in un senso di solitudine della moglie. Una ulteriore difficoltà si verifica ancora quando il marito viene destinato in ad una parrocchia lontana o diversa da quella di origine.
Questo comporta che la moglie non sempre riesce a condividere e collaborare con il marito nello svolgimento delle attività. Tale condivisione, non solo è desiderio di tutte, ma dà una testimonianza più significativa di comunione. Di qui una proposta di una maggior sensibilità da parte del vescovo nell'assegnazione del diacono, che tenga maggiormente in considerazione le situazioni specifiche.
Belle e significative sono state invece le esperienze nelle quali il sacramento del matrimonio ha portato un arricchimento nella vita di coppia e nella famiglia. Qualcuno addirittura ha vissuto in maggiore pienezza il proprio sacramento matrimoniale in occasione del cammino di preparazione al diaconato. In alcune coppie il diaconato ha generato una maggiore comunione di anime, in altre un maggiore impegno nella preghiera fatta insieme e la ricerca di una maggiore coerenza di vita cristiana.
Ci si è chiesti: cosa dà in più il sacramento del diaconato alla coppia? C'è una specificità che caratterizza l'essere moglie di un diacono? Secondo alcune il proprio sta nel mettere pace e nel ricercare sempre la comunione, per altre tale specificità è nel ministero dell'accoglienza, ma la ricerca e la discussione rimangono aperte. Ci si è chiesti ancora quale sia il significato del consenso richiesto alle spose dei diaconi permanenti prima dell'ordinazione. Diciamo la verità: molte di noi questo consenso lo hanno dato in maniera superficiale: c'è chi lo ha dato per non far dispiacere il marito, anzi per qualcuno è stato semplicemente un non opporsi, chi ancora come riconoscimento alla dedizione del coniuge. In ogni caso è stato solo dopo il percorso di coppia intrapreso e l'esperienza del vivere in comunione il sacramento del diaconato, che si è capito veramente l'importanza ed il significato di questo consenso che, come ci ha suggerito la signora Monserrant porta l'eco dello stesso "sì" che abbiamo dato al momento del matrimonio e cioè quello di un impegno di vita. Comprendere questo ha fatto superare le difficoltà legate a quella distanza di cui si è parlato all'inizio. È proprio per agevolare questa comprensione che è stata caldeggiata una formazione di coppia così come gli esercizi spirituali insieme, cosa che già avviene in molte diocesi. Qualcuno ha anche proposto un accompagnamento alle coppie più giovani da parte delle coppie più vecchie di sacramento. (Qualcuno ha trovato molto utile il cammino fatto all'interno dei movimenti). In ogni caso è opinione condivisa che alla base ci deve essere un solido rapporto di coppia.
Sicuramente il diaconato permanente non deve ostacolare ma arricchire il percorso matrimoniale, così come il matrimonio non deve essere considerato un peso per il diacono, bensì un sostegno ed una forza, anche se in alcune comunità parrocchiali si è registrata una difficoltà di accettazione della moglie del diacono o quantomeno di collocazione della stessa in un ruolo specifico. Normalmente, invece, è fondamentale che anche nell'esercizio del ministero diaconale ci sia una testimonianza di coppia, pensiamo ad esempio alla preparazione al sacramento del matrimonio. Va tenuto conto che comunque ogni caso e situazione sono a se stanti e vanno vissute secondo la propria sensibilità, sollecitando anche il vescovo ed i presbiteri a valorizzare la coppia e la famiglia del diacono nell'esercizio del ministero.

(O. Di Simone è sposa di R. Amodio, diacono di Napoli,
coordinatrice del lavoro di gruppo delle spose)


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