Tempo ordinario (B) [1] - 2015


Parola che si fa vita

Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)

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2a domenica del Tempo ordinario (B) (18 gennaio 2015)
Videro dove dimorava... e rimasero con lui (Gv 1,39)

3a domenica del Tempo ordinario (B) (25 gennaio 2015)
Convertitevi e credete nel Vangelo (Mc 1,15)

4a domenica del Tempo ordinario (B) (1° febbraio 2015)
Insegnava loro come uno che ha autorità (Mc 1,22)

5a domenica del Tempo ordinario (B) (8 febbraio 2015)
Guarì molti affetti da varie malattie (Mc 1,34)

6a domenica del Tempo ordinario (B) (15 febbraio 2015)
Lo voglio, sii purificato! (Mc 1,41)



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2a domenica del Tempo ordinario (B) (18 gennaio 2015)
Videro dove dimorava... e rimasero con lui (Gv 1,39)

Dopo la festa del battesimo del Signore, la liturgia ci propone di soffermarci ancora una volta sulla figura di Giovanni Battista. A partire dalla sua testimonianza, due discepoli seguono Gesù e restano con Lui. È un momento decisivo perché avviene il passaggio dal testimone, il Battista, a Gesù. Due discepoli del Precursore, accettando la sua testimonianza, seguono Colui che è indicato come l'Agnello di Dio. La prima parola che Gesù pronuncia secondo l'evangelista Giovanni è "Che cosa cercate?". È la domanda che mette in risalto le intenzioni di una persona e dà inizio all'incontro personale, lo "stare" con Gesù. Questo è possibile solo a partire da una chiamata: Venite e vedrete.
Seguire Gesù non significa sapere già dove egli ci conduce: significa fidarsi di Lui e lasciarsi condurre. I discepoli accolsero la proposta: andarono, videro e rimasero con Lui. È la loro esperienza di Gesù; è il loro cammino di fede. Tutto questo ci permette di vivere un legame nuovo, una relazione che ci fa trovare casa, uno spazio che ci rende familiari con il Signore. Viviamo questa settimana con l'attenzione ai segni che indicano una Presenza e prendiamo coscienza di essere da lui chiamati.

Testimonianza di Parola vissuta

L'UNICO GARANTE

Giulio mi comunica che gli avrebbero staccata la corrente elettrica se non avesse pagato un conguaglio di 450 euro. Aveva chiesto aiuto a tanti, ma senza nessun risultato. Visto che le porte erano tutte chiuse, si è rivolto a me. Ma i pochi soldi che avevo da parte mi servivano per aiutare alcune famiglie in necessità: come avrebbe fatto Giulio a restituirmi quella cifra, con uno stipendio di 800 euro al mese e tre figli da mantenere? L'amico però mi ha assicurato che alla fine del mese mi avrebbe restituito il debito.
Ero un po' incredulo, però mi tornava spesso alla mente il Vangelo, quando nel giudizio finale Gesù dice: "L'avete fatto a me". Allora, pensando che il "garante" sarebbe stato Gesù, ho dato a Giulio i 450 euro. Il giorno dopo ho acceso il computer per guardare la posta e con mia grande sorpresa ho trovato un'e-mail che mi informava di un bonifico di 1720 euro da ritirare da parte di una signora che aveva saputo che sono impegnato in opere di carità. Il mio "garante" non mi aveva fatto aspettare neanche un mese per restituirmi il prestito.

A.M.

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3a domenica del Tempo ordinario (B) (25 gennaio 2015)
Convertitevi e credete nel Vangelo (Mc 1,15)

L'inizio dell'attività pubblica di Gesù, raccontato da Marco, ci pone di fronte alla bella notizia (= Vangelo) dell'intervento di Dio nella nostra storia, ma ci interpella anche chiedendo un serio cambiamento e una fiduciosa disponibilità. Marco presenta il messaggio di Gesù con una frase sintetica: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al vangelo". Dio è qui e tu puoi fare l'esperienza del suo amore. Per questo cambia mentalità e, fidandoti, accogli questa bella notizia.
Certo, quando sentiamo la parola conversione ci viene in mente qualcosa da fare di nuovo. C'è una bella preghiera suggerita dalla liturgia che dice "Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto: perché ogni nostra attività abbia da te il suo inizio e in te il suo compimento". Ecco descritta la conversione: quello che io faccio ha in Dio il suo inizio perché cerco di compiere la sua volontà; ma in Dio è il suo compimento perché quello che faccio voglio farlo a gloria di Dio in quanto ho realizzato il suo volere. Fidandomi di Lui mi accorgo che "tutto è grazia".

Testimonianza di Parola vissuta

IL CANCRO MI HA INSEGNATO A VIVERE

Ho 39 anni, mamma di due bambine. Valigie e biglietto sono pronti per un viaggio importante per la mia carriera di psicologa. Un amico d'infanzia, medico, viene improvvisamente a trovarci. Approfitto per chiedergli su una cisti al seno che da qualche tempo si fa sentire. Ciò che si prospetta sconvolge tutti i miei programmi. Mi chiedo cosa sarà delle bambine, del marito. Per telefono un'amica mi dice: "Ecco il momento di credere all'amore di Dio per te!". Rasserenata, comprendo che devo saper rispondere a questo amore. Biopsia, intervento chirurgico e chemioterapia seguono velocemente. Sia in ospedale che poi a casa, sento di essere sostenuta dall'amore di Dio coi suoi piccoli ma evidenti segni.
Come psicologa so che essere gravemente ammalati comporta una crisi seria anche a livello psichico, e per me l'ancora di salvezza è rivolgermi al Padre, ricominciare ogni giorno, offrirgli gradino dopo gradino il peso dell'ascesa al calvario, vivere bene ogni cosa che faccio come fosse l'ultima. So cosa mi attende, eppure è come se fosse iniziata un'avventura, un nuovo modo di vedere la vita e, cosa assurda anche me stessa, ringrazio Dio per il mio cancro. È la più grande lezione di vita.

R. M., Manila

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4a domenica del Tempo ordinario (B) (1° febbraio 2015)
Insegnava loro come uno che ha autorità (Mc 1,22)

Il racconto di Marco, dopo la sua sintesi introduttiva ascoltata domenica scorsa, ci presenta una giornata di Gesù, un sabato in sinagoga. Gesù si rivela portatore di una parola nuova, efficace. Ciò che meraviglia la gente di Cafarnao è proprio l'autorevolezza di Gesù, poiché egli dice e realizza di fatto ciò che dice. Gesù insegna la via di Dio e contemporaneamente ha il potere di realizzarla. Insegna la presenza di Dio e mostra all'opera questa Presenza liberando l'uomo dal potere del male. L'autorità di Gesù si rivela nella capacità di tradurre in opere il messaggio.
Questa Parola che noi ascoltiamo compie gli stessi effetti di allora se noi la mettiamo in pratica. La predicazione del Vangelo infatti è la continuazione dell'opera potente e salvifica di Gesù. La sua Parola continua a "comandare" e persino gli spiriti immondi gli obbediscono. Essa ci rende "trasparenza" di Dio e la nostra vita sarà come una casa costruita sulla roccia, avrà la solidità di ciò che permane. Così anche attraverso di noi il regno di Dio non è solo annunziato, ma è mostrato all'opera.

Testimonianza di Parola vissuta

DOPO LE VACANZE

Non è facile amare ogni prossimo, ma i rapporti con gli altri sono cambiati da quando cerco di vivere la Parola di Dio. Mi aiuta ad affrontare ogni persona antipatica o ogni situazione sgradevole con un atteggiamento diverso.
Il responsabile del mio settore di lavoro mi ha sempre procurato delle difficoltà. Ora cerco di andare oltre le offese ricevute e di rispondere in modo piacevole, senza tener conto del suo atteggiamento. Recentemente, quando sono tornata dopo una settimana di vacanza, mi ha ricevuto con un "bentornato" insolito e caloroso dicendo: "Questo posto non era uguale senza di te. Ci mancavano la tua allegria e il tuo sorriso".
Anche il rapporto con i miei figli è cambiato. Ho più pazienza, li ascolto volentieri e vedo che loro si esprimono più a fondo e con maggior spontaneità.
Tante situazioni attorno a me non sono cambiate, ma è cambiato soprattutto il modo con cui affronto ogni situazione.

S.G., USA

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5a domenica del Tempo ordinario (B) (8 febbraio 2015)
Guarì molti affetti da varie malattie (Mc 1,34)

L'umanità malata aspetta di essere guarita e in Gesù ha trovato il guaritore. Egli rende presente e operante l'amore misericordioso di Dio che risana i cuori affranti e ridona speranza ai giorni dell'uomo. L'intervento di Gesù che guarisce la suocera di Pietro, è la mano di Dio tesa all'umanità peccatrice, per renderla capace di servizio, nei confronti del Signore e di tutti i fratelli. La fama di Gesù come guaritore si è sparsa velocemente: poche ore dopo l'intera città è bloccata da una folla, che raccoglie tutti i malati e gli indemoniati.
Anche oggi posso accostarmi e affidarmi a Gesù; egli guarisce la malattia del peccato che affligge ogni uomo. Così il Vangelo può diventare un incontro medicinale con Gesù che si prende cura delle ferite profonde di relazioni difficili, di torti subiti, di drammi vissuti. La potenza della Parola vissuta può trasformare un deserto in giardino fiorito.

Testimonianza di Parola vissuta

L'AMORE GUARISCE

Mentre stavo lavorando nella fattoria di mio padre, un brutto giorno, durante un litigio nato da una falsa accusa nei miei confronti, mio cugino d'improvviso mi ha sparato ferendomi gravemente. In ospedale i medici dubitavano che io potessi superare l'intervento. Mia madre era accanto a me… soffriva moltissimo. A un certo punto, sottovoce mi ha detto che se Dio avesse dovuto prendermi con sé, insieme potevamo dire il nostro sì e perdonare il cugino che mi aveva colpito. Raccogliendo tutte le mie forze, ho detto sì.
Ho superato l'intervento, ma a causa di un'infezione sono stato trasferito in un altro ospedale e ho avuto dolori incredibili. Ho cominciato a odiare mio cugino, ho pensato alla vendetta… Allo stesso tempo ho pensato: ora che lui mi è nemico, devo amarlo. Gesù ha detto: "Perdonate settanta volte sette…". Piano piano le Sue Parole mi hanno dato la pace nella mente e nel cuore, sono state come il balsamo che leniva le piaghe fisiche e spirituali e mi hanno dato la forza per sopportare il dolore di quei sei mesi di ospedale. Ora mi sono ripreso bene e sono tornato a lavorare nella fattoria. L'amore costante di mia madre e il sostegno della mia famiglia continuano ad essere quella preziosa radice che mi ha sostenuto nei momenti più difficili.

A.V., Filippine

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6a domenica del Tempo ordinario (B) (15 febbraio 2015)
Lo voglio, sii purificato! (Mc 1,41)

L'evangelista Marco prosegue la sua narrazione presentando un altro miracolo di Gesù: la "purificazione" di un lebbroso. Il lebbroso è un uomo considerato impuro, cioè lontano dalla salvezza di Dio, un reietto portatore di un chiaro segno di punizione divina. Doveva essere isolato, non poteva vivere con gli altri: per legge doveva essere emarginato. Quel malato infrange l'ordine di stare lontano e si avvicina a Gesù che rompe l'isolamento che circonda il malato e lo tocca; gli si avvicina e instaura con lui un rapporto umano.
L'uomo, creato a immagine e somiglianza di un Dio amore, non può rimanere isolato. È fatto per l'incontro. Gesù, purificando il lebbroso dal male, lo riammette nella comunità. Molti nella storia della Chiesa hanno seguito l'esempio di Gesù, da san Francesco, a padre Damiano, a Madre Teresa di Calcutta. Anche noi possiamo chiederci: sappiamo avere compassione? Sappiamo avere pazienza, ascoltare, trattare le persone rispettandone la dignità? Sappiamo offrire un sorriso, dare un aiuto, rinunciare ad un po' di noi stessi per portare sollievo e serenità a qualcuno? Anche noi come Gesù possiamo dire: voglio tutto questo e faccio la mia parte.

Testimonianza di Parola vissuta

ACCOGLIENZA VERA

Da tre anni un africano, rifugiato politico, è venuto ad abitare nel nostro paese e frequenta la chiesa. Dopo tanti tentativi infruttuosi, finalmente è riuscito a far venire la moglie ed i suoi sei figli dall'Africa.
Nella parrocchia ci siamo organizzati per accoglierli. Hanno portato dal loro paese solo una piccola valigia, quindi mancava tutto il necessario. La casa che dovevano occupare era ancora in cantiere. Non c'era neanche l'elettricità. Mi sono offerta di lavare la loro biancheria una volta alla settimana e, come me, molti altri hanno dato la loro disponibilità. C'è chi fa la minestra, c'è chi offre un attrezzo... Ognuno porta personalmente quanto può dare e così nascono tanti nuovi rapporti.
Colpiti dall'amore concreto che li circonda, ci hanno detto con gioia che hanno ritrovato la grande famiglia che pensavano di aver perso per sempre lasciando il loro paese.

F. F. - Belgio



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