Battesimo del Signore (B)


ANNO B – 11 gennaio 2015
Battesimo del Signore

Is 55,1-11
1Gv 5,1-9
Mc 1,7-11
(Visualizza i brani delle Letture)


LE SORGENTI
DELLA SALVEZZA

La prima lettura è un inno all'alleanza indistruttibile fra Dio e il suo popolo. I profeti sorgono per richiamare il popolo agli impegni dell'alleanza, missionari della riforma deuteronomica. Chiarito questo aspetto, il brano è pieno di suggestioni, mette in scena un araldo che annuncia la vicinanza di Dio, i cui segni sono l'abbondanza di quanto serve per la vita: acqua, vino, pane, latte. La vicinanza di Dio rende possibili orizzonti e pensieri che non sono alla portata di un uomo, soprattutto il pensiero della misericordia e del perdono. La presenza di Dio si manifesta inoltre nella fecondità della Parola, nel senso che essa non subisce il destino frustrante di molte parole che non trovano traduzione nei fatti, ma produce comportamenti e risposte efficaci.
La presenza di Cristo rende possibili i pensieri impossibili, il Vangelo è la parola che rende fecondo il cuore delle persone, perché lo rende capace di risposte, che altrimenti resterebbero solo come un desiderio di bene destinato a restare non esaudito. Cristo è Dio vicino che cambia gli orizzonti, introducendo nelle prospettive dell'umanità, quelle di Dio. Parole come pace, perdono, misericordia e giustizia impossibili da pronunciarsi efficacemente quando Dio è lontano, possono esserlo ora che Dio è qui, in Cristo.

La lettera di Giovanni, scritta anche per precisare l'identità vera di Gesù, sottolinea il momento del suo battesimo, l'acqua, e quello della sua passione, il sangue. Spiega anche come si mostra che si ritiene che Gesù è il Cristo, evocando la fede e l'amore. È lo Spirito che dà testimonianza della vera identità di Cristo e che conferma la verità della testimonianza degli uomini.
Chi crede che Gesù è il Cristo lo fa perché altri hanno creduto prima di lui, ed è fortificato dallo Spirito in questo suo cammino. Ma Giovanni, più che chiarire i concetti, insiste sulla caratteristica del credente, quella di essere capace di vincere il mondo. Nel linguaggio della lettera, il mondo è un sistema di vita e di pensiero in cui non c'è posto per Dio, il mondo non prevede che possano esserci altre regole e altre leggi diverse da quelle di cui è capace. Il mondo è l'insieme delle persone che si definiscono concrete e che proprio non capiscono come si possa perdere tempo al servizio di qualcun altro o rischiare la vita per un'idea o un principio, meno che mai per un'altra persona. Il mondo è l'insieme delle persone che rendono cupo il vivere, senza dare possibilità a pensieri che escano un po' da sé.

Marco presenta colui che fa uscire l'umanità dalla solitudine, raccontando la scena del battesimo del Signore prima con le parole di Giovanni, che interpreta il senso di quello che avverrà, e poi con la scena del battesimo, descritta come un fatto accaduto. L'attenzione dell'evangelista è su quanto accade dopo quel battesimo: i cieli aperti, la discesa dello Spirito e la voce dal cielo. Le parole di Giovanni indicano, seguendo una lettura suggestiva proposta alcuni anni addietro, che Gesù è il Messia, descrivendolo come lo sposo atteso dalla sposa. Si insiste sull'immagine del sandalo richiamando l'usanza in Israele di riconoscere un diritto, anche in ambito matrimoniale, porgendo il sandalo al titolare di quel diritto. Quello che accade dopo il battesimo è descritto come un'esperienza personale di Gesù, che vede i cieli aperti e lo Spirito sotto forma di colomba. I cieli aperti sono il segno di un'inimicizia che finisce, una comunicazione che vede gli orizzonti di Dio e quelli dell'uomo fondersi; la colomba richiama la creazione, la fine del diluvio, qualcosa che ricomincia. La voce interpreta la visione, indicando, con le parole del canto del servo di YAHWÈH, che Cristo è il Messia.

Chi è Gesù, che cosa significa che è il Messia? Ci sono risposte a livelli diversi, tutte importanti, con il rischio che qualcuna, anche se esatta, non tocchi la vita. Il racconto di Marco, Vangelo scritto per portare alla fede quelli che erano meno affascinati da discorsi religiosi, inizia con il presentare Cristo come il più forte, creando una relazione con il Battista, magari in polemica con qualche discepolo di quest'ultimo che poneva conflitto tra Gesù e il Battista, ma, nell'immaginario dei destinatari del Vangelo, la relazione era pure con i tanti forti che riempivano la cronaca. Si possono fare gli elenchi dei forti, dei padroni del mondo. La loro forza sta negli orizzonti piccoli, nel cielo chiuso, nel silenzio di Dio.
Il battesimo, come Marco lo racconta, si presta a una lettura esistenziale. L'evangelista dice, a chi lo legge, che c'è in giro uno più forte che è capace di rispondere al desiderio del cuore dell'uomo, perché è lo sposo atteso. Dice che questa forza si realizza nell'aprire il cielo e cioè nel mischiare gli orizzonti infiniti di Dio con quelli brevi dell'uomo. Dice ancora che Cristo è più forte perché è capace di far ricominciare la vita delle persone e del mondo, senza abbandonare, come è ormai prassi corrente e condivisa, all'errore che rovina la vita (lo Spirito in forma di colomba). Infine Marco mostra come con Cristo il silenzio di Dio si interrompe per sempre (la voce che viene dal cielo), anzi che lui è la Parola sempre disponibile. Dire tutto questo rende Gesù qualcuno più importante di un problema teologico, la decisione pro o contro di lui diventa qualcosa di più di un' annoiata posizione dialettica o di una scelta filosofica.

VITA PASTORALE N. 1/2015
(commento di Luigi Vari, biblista)

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