I Settimana di Quaresima


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In cammino verso la Pasqua

Meditazioni quotidiane ispirate alla liturgia di ogni giorno
di fr. Tarcisio Luigi Colombotti ofm


I Settimana di Quaresima

     Domenica
     Lunedì
     Martedì
     Mercoledì
     Giovedì
     Venerdì
     Sabato



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I domenica di Quaresima

Nei molteplici deserti dell'esperienza umana c'è una luce che non si spegne mai e rende sicuri i passi incerti dell'uomo: è la Parola di Dio. "Lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino". Anche Colui che è luce è testimone costante della Parola fin dall'inizio della sua vita pubblica quando, nel deserto, vince il diavolo abbattendolo con la sola forza della Parola. Quella antica la porta a compimento quando annuncia la nuova giustizia: Avete inteso che fu detto… ma io vi dico! Quella nuova, il vangelo della gioia l'annuncia con dolcezza e fermezza suscitando sorpresa e stupore perché parla con autorità. Davvero con Gesù è giunto il tempo della grazia, i giorni della salvezza. Se da una parte Dio è sceso tra noi per salvarci, dall'altra il padre della menzogna affina le sue arti per indurci in tentazione.
La Quaresima è un banco di prova straordinario per il rinnovamento dello spirito, la purificazione del nostro modo di essere cristiani, il ritorno a Dio con tutto il cuore. Da soli siamo vittime delle nostre fragilità, pigrizie e resistenze. Con Cristo tutto cambia. Consapevoli che senza di Lui non possiamo fare nulla, alziamo la nostra voce pregando: "Veglia su di noi, o Salvatore salvaci dalle tentazioni del Maligno, poiché tu sei il nostro aiuto per sempre". E si rinnovano i prodigi antichi. Come "Il Signore disse a Mosè: «Ora vedrai quello che sto per fare al faraone, con mano potente li lascerà andare, anzi con mano potente li caccerà dal suo paese!", così accadrà con te, perché la parola vince il maligno come la luce vince le tenebre. Gesù ci sta di fronte quale unico vincitore: "il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano". E li di fronte a noi ci esorta a non temere perché lui ha vinto il mondo.
E allora che senso ha essere lamentosi nelle prove, catastrofici nella visione della storia, tristi e rassegnati per le nostre sconfitte? Diamo nuovo spazio alla fede, la sola che ci fa essere vincitori, si perché "questa è la vittoria che vince il mondo, la nostra fede!" Allora saranno spezzati i lacci del Maligno e noi potremo partire per celebrare una festa nel deserto!

Preghiamo. O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita. Per Cristo nostro Signore.


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I settimana di Quaresima: Lunedì

"Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo", dice il Signore a Mosè; ma, solo Dio è santo! Come è possibile che questa parola si compia in noi? Quando Gesù disse: Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra, ad uno ad uno tutti se ne andarono! Eppure anche Lui ordina: Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. E lo poteva dire perché aveva già detto: Nulla è impossibile a chi crede. L'essere santi o perfetti come il Padre celeste è questione di fede, è conseguenza della fede. Noi l'abbiamo professata al Battesimo, la professiamo ogni Domenica nell'Eucaristia ed ogni qualvolta che ascoltiamo la Parola o celebriamo un sacramento. E allora come mai questa convinzione non passa e non diventa vita della nostra vita?
Ci ferisce il cuore quando la Parola ci dice: Oh, uomini di poca fede e poi davanti ad un comando che costituisce tutta la nostra gioia: la possibilità di essere santi, non ci consegniamo alla Parola? San Gregorio di Nazianzo afferma con vigore: Riconosci che sei divenuto figlio di Dio, coerede di Cristo e, per usare un'immagine ardita, sei lo stesso Dio! Un mistero da vertigini! Tu uomo che nel Battesimo sei diventato figlio di Dio, sei lo stesso Dio! Quale stupore, quale indicibile gioia!
Nell'Eden Adamo ha bramato farsi simile a Dio, un sogno frutto dell'inganno del padre della menzogna. A Pasqua la salvezza e la divinizzazione ci sono offerte come il dono dell'amore del Padre celeste. Da sempre era iscritta nel suo progetto di salvezza. Ce lo annuncia san Paolo: "In lui (in Cristo) ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto NELLA CARITÀ, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo".
Come ogni padre, anche il Signore Dio pensa alla grande per noi ancora prima della creazione del mondo e ci pensa e vuole che siamo santi e immacolati NELLA CARITÀ, perché è solo l'amore che fa veramente grande l'uomo, che lo diversifica dagli altri, che lo fa santo. Dio è santo ed è amore.
All'inizio della Quaresima abbiamo fissato i nostri occhi sul Crocifisso, sull'amore più grande, quello che sa dare la vita per gli altri, che ha sempre le braccia aperte per non stancarsi di perdonare, di accogliere, di abbracciare, di amare. E ci insegna che la santità è dono della sua Pasqua e si compie ogni momento attraverso l'amore, l'amore di Dio e l'amore del prossimo. "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno …perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, e… l'avete fatto a me".
Questa è la bellezza straordinaria della nostra fede, la via che nell'amore ci predispone santi e immacolati per l'incontro con l'Amato.

Preghiamo. Convertici a te, o Padre, nostra salvezza e formaci alla scuola della tua sapienza, perché l'impegno quaresimale lasci una traccia profonda nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore.


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I settimana di Quaresima: Martedì

"Il Signore disse a Mosè: Vedi, io ti ho posto a far le veci di Dio per il faraone". A questo punto arriva la fiducia di Dio nei confronti dell'uomo: chiamato a far le veci di Dio! Il salmo 8 canta stupito la grandezza dell'uomo: "Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, / la luna e le stelle che tu hai fissate, / che cosa è l'uomo perché te ne ricordi / e il figlio dell'uomo perché te ne curi?/ Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, / di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, / tutto hai posto sotto i suoi piedi!". Questa fiducia il Signore l'aveva predisposta fin dall'inizio quando, alla creazione, disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza".
Nel cammino della storia non ritira mai questa stima e fiducia verso di noi. Non solo, ma quando chiama l'uomo per una missione in sua vece e lo manda a parlare in suo nome, lo abilita interiormente e lo sostiene. Ha fiducia dell'uomo e non lo abbandona una volta chiamato. Con Isaia che riconosce di essere uomo dalle labbra impure compie l'abilitazione: "Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare. Egli mi toccò la bocca e mi disse: Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato". E così con tutti i profeti fino alla fanciulla vergine di Nazaret quando la assicura che tutto ciò che accadrà in lei è opera dello Spirito Santo. E all'inizio della Chiesa lo stesso Spirito Santo abiliterà gli Apostoli.
Penso all'uomo ed alla donna che sono chiamati a fare le veci di Dio nella generazione, collaboratori con Lui nel dare la vita ad una nuova creatura, nel guidarla fin dai primi passi nutrendola ed educandola fino a porla persona matura nella società.
E qui comprendo che fare le veci di Dio non è semplicemente diventare depositari di una delega bensì essere costruttori con Lui della storia. A Mosè affida una Parola da annunciare ed essa si compirà. Infatti "Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata". Questa consapevolezza richiede fedeltà alla parola ricevuta e da trasmettere inalterata perché il progetto di Dio si compia. La parola poi assume diversi volti: possono essere i sacramenti della Chiesa, i figli, la vita consacrata o quella nuziale, la propria professione, la responsabilità politica e civile, ecc.
Mi interrogo quasi stordito: ma io voglio collaborare a questo grandioso progetto nel quale Dio mi vuole coinvolto in prima persona? La conversione passa solo dal mio "sì" convinto che nella tua volontà è la mia gioia.

Preghiamo. Volgi il tuo sguardo, Padre misericordioso, a questa tua famiglia, e fa' che superando ogni forma di egoismo risplenda ai tuoi occhi per il desiderio di te. Per Cristo nostro Signore.


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I settimana di Quaresima: Mercoledì

Dio crea l'uomo assolutamente libero e lo pone di fronte a due vie, quella del bene e quella del male e lo esorta a seguire la via del bene, la via della vita perché è lui, Dio, la tua vita. In questo l'uomo trova la sua beatitudine: Beato l'uomo che non segue la via dei peccatori ma si compiace della legge del Signore.
Che il Faraone resista a Mosè si può anche capire, ma che i dottori della Legge in Israele non riconoscano in Gesù il Messia è difficile da accettare. Avrebbe dato il segno di Giona, si era manifestato con una sapienza più grande di quella di Salomone. Eppure venne tra la sua gente ma i suoi non l'hanno accolto.
La storia della salvezza è fatta di accoglienza e di rifiuti della Parola di Dio, ma il Signore che vuole la felicità dell'uomo non si arresta nella sua decisione di salvare. Di questa storia anch'io faccio parte e contribuisco al suo sviluppo nel tempo. Come mi pongo davanti alla Parola? Quante volte in questo tempo favorevole sento il richiamo: convertitevi, convertitevi! perché resistere? Come vorrei avere la prontezza d'animo dei cittadini di Nìnive che all'annuncio di Giona credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Come vorrei anch'io che Dio vedesse che mi sono convertito dalla mia condotta perversa! Perché continuare a dire: vorrei e non piuttosto: voglio? Penso ai tanti uomini e donne della storia che, senza indugio hanno detto: Eccomi!
Anche san Cipriano mi viene in aiuto e mi dice: "I precetti del vangelo, fratelli carissimi, sono certo insegnamenti divini, fondamenti su cui si edifica la speranza, sostegni che rafforzano la fede, alimenti che ristorano il cuore, timoni che dirigono il cammino, aiuti per ottenere la salvezza. Istruiscono le menti docili dei credenti qui in terra e li conducono al regno dei cieli". È bello avere la fede ma è ancora più bello ed efficace avere, con la fede, la docilità alla parola. Solo a questo punto sono un discepolo davvero consegnato al Maestro.
Ho davanti a me l'intero cammino quaresimale: saprò essere così docile da cedere alla Parola? da convertirmi?

Preghiamo. Guarda, o Padre, il popolo a te consacrato, e fa' che mortificando il corpo con l'astinenza si rinnovi nello spirito con il frutto delle buone opere. Per Cristo nostro Signore.


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I settimana di Quaresima: Giovedì

La grande notte della Pasqua antica, tempo in cui si compie la liberazione dall'Egitto, segna l'inizio di una nuova realtà. Era iniziato il cammino verso la libertà.
La Pasqua di Gesù sarà il punto di arrivo di questo pellegrinaggio dell'umanità alla conquista della libertà e sarà una libertà piena perché l'uomo redento dal sangue di Gesù non è più schiavo del peccato ma uomo libero.
Si tratta di un evento straordinario che Dio stesso ordina di celebrare ogni anno nel rito memoriale e che Gesù nell'Eucaristia riempie della presenza della sua Pasqua e da una forza nuova ed un significato pieno a quel rito antico. Il discepolo del Signore che celebra l'Eucaristia è l'uomo libero, riconciliato, la creatura nuova, "la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce".
Quando mi vedo in questa esaltante situazione di grazia esulto di gioia e canto il mio "grazie" al Signore, ma ogni giorno mi ritrovo a fare i conti con il mio limite, la fragilità umana, le resistenze alla Parola, la svogliatezza e la pigrizia spirituale. Mi guardo allo specchio che è il mio Signore, il Santo, l'Ineffabile, Colui che mi invita alla sua mensa e mi ritrovo cattivo: è il suo giudizio su di me. "Se voi che siete cattivi…!". Davanti a Lui ho vergogna, non alzo gli occhi per guardarlo ma la voce per pregarlo c'è e dico con il salmista: "Ascolta, o Dio, il povero che ti invoca!". Gli chiedo la salvezza nel perdono, è una cosa buona e il Padre che è nei cieli me la darà. "Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!".
Il Signore è venuto a cercarmi e com'è bello verificare la verità di quanto dice Asterio di Amasea, Padre del IV sec. nel commento al vangelo del Buon Pastore: "Dopo averla trovata, non la bastona, né la costringe a forza a raggiungere il gregge, ma, presala sulle spalle, e trattatala con dolcezza, la riporta al gregge, provando una gioia maggiore per quella sola ritrovata, che per la moltitudine delle altre".
Rinnovato dalla misericordia del Padre buono posso accostarmi serenamente al rito memoriale e godere ancora una volta di essere lì alla Cena del Signore cantando con i fratelli il dono della Pasqua che mi salva e mi restituisce alla piena libertà dei figli di Dio.

Preghiamo. Ispiraci, o Padre, pensieri e propositi santi, e donaci il coraggio di attuarli, e poiché non possiamo esistere senza di te, fa' che viviamo secondo la tua volontà. Per Cristo nostro Signore.


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I settimana di Quaresima: Venerdì

Il Signore Dio, riguardo al rito dell'agnello pasquale disse a Mosè: "i vostri figli vi chiederanno: Che significa questo atto di culto? Voi direte loro: È il sacrificio della Pasqua per il Signore". Nel Nuovo Testamento l'agnello pasquale che da la vita per la salvezza dell'uomo è Gesù Figlio di Dio. Per questo san Pietro dice: "Siete stati redenti con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza macchia". Oggi il Signore morto e risorto mentre agisce per la vita e per la salvezza dell'uomo, lo incontro nell'Eucaristia, il rito memoriale della Pasqua.
Ogni autentico cristiano dice con i martiri di Abitene: «Non possiamo vivere senza celebrare il giorno del Signore». La fedeltà al Dono del Giorno del Signore è innanzitutto una prova d'amore a Dio. Questa fedeltà si attua partecipando all'Eucarestia della Domenica.
Davanti a questo rito santo dobbiamo chiederci spesso: Che significa questo atto di culto? Più si conosce più sia ama, più si desidera, più si vuole celebrare da veri figli di Dio. È il grande dono di Gesù che vuole fare di noi dei viventi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna e io lo risusciterò…
Il cammino per giungere degnamente alla Cena del Signore inizia con la conversione ad una vita santa. È il grande desiderio del Padre celeste: io non ho piacere della morte del malvagio ma che desista dalla sua condotta e viva. Ma anche in una vita convertita è sempre possibile peccare contro il comandamento dell'amore e sentirci divisi dai fratelli. La parola ci ammonisce: Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Ristabilita la pace e la concordia tra i fratelli puoi accostarti al Corpo e Sangue del Signore, Mistero di comunione e di unità.
Che significa questo atto di culto? Quei Santi Segni del pane e del vino per l'invocazione dello Spirito Santo diventano presenza della Pasqua di Cristo, di Gesù nell'atto più grande del suo amore per noi. E se lì all'Eucaristia vuoi fare comunione con Lui devi semplicemente essere amore, santità. S. Aelredo, abate mi insegna come, quando mi dice: "Se l'uomo vuole amare se stesso di amore autentico, …rivolga ogni suo affetto alla dolcezza del pane eucaristico… abbracci di vero amore anche i nemici… guardi sempre con gli occhi della mente la pazienza e la pacatezza del suo amato Signore e Salvatore".

Preghiamo. Concedi, Signore, alla tua Chiesa di prepararsi interiormente alla celebrazione della Pasqua, perché il comune impegno nella mortificazione corporale porti a tutti noi un vero rinnovamento dello spirito. Per Cristo nostro Signore.


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I settimana di Quaresima: Sabato

Notte memorabile quella di Pasqua. Essa apre agli israeliti la via verso la Terra della promessa. Dio stesso in prima persona veglia sul suo popolo perché il suo progetto si compia. Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dal paese d'Egitto. Notte indimenticabile attesa per più di quattrocento anni e finalmente arrivata. Ogni anno a primavera, per comando del Signore, gli Ebrei ricorderanno quella Notte di grazia: "Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione".
Anche Gesù, il Figlio di Dio ama vegliare di notte in preghiera. Quando deve scegliere i Dodici che avrebbero continuato nella storia la sua missione di salvezza, passa una notte in preghiera. Asceso al cielo il Cristo sta presso il Padre a intercedere sempre per noi.
Nel turbine frenetico dei giorni, quanta pace provo nel vivere la consapevolezza che Dio Padre veglia su di me e che suo Figlio è vicino a Lui e lo prega per me! I miei passi si fanno più sicuri, si dissolvono le nebbie del dubbio, ciò che è amaro si cambia in dolcezza di anima e di corpo. E mi viene spontaneo lodare Dio per le tante premure verso di me. Com'è dolce sentirsi custoditi da Te, avvolti come in un manto di salvezza e di giustizia. Una grazia da non perdere! La tua Parola mi indica la via: "Il Signore ti ha fatto dichiarare oggi che tu sarai il suo popolo particolare, come egli ti ha detto, ma solo se osserverai tutti i suoi comandi". Nulla andrà perduto se osserverò i tuoi comandi. Il cuore di tutto è raccolto in queste parole di Gesù: "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli".
Quando vedo le mie fragilità, mi assalgono perplessità di ogni genere, ma il Concilio Vaticano II nella Gaudium et spes mi insegna una certezza: Ecco, la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà all'uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza perché l'uomo possa rispondere alla suprema sua vocazione". Confortato da questo annuncio, nella potenza dello Spirito Santo anch'io sarò capace di essere uno di quei veri adoratori che adorano il Padre in spirito e verità e che il Padre cerca sulla terra. E riprendo a camminare lodando il Signore perché ancora veglia su di me.

Preghiamo. O Dio, Padre di eterna misericordia, fa' che si convertano a te i nostri cuori, perché nella ricerca dell'unico bene necessario e nelle opere di carità fraterna siamo sempre consacrati alla tua lode. Per Cristo nostro Signore.
vero rinnovamento dello spirito. Per Cristo nostro Signore.




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