Epifania del Signore (B)

Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 1/2018)



ANNO B – 6 gennaio 2018
Epifania del Signore

Isaia 60,1-16
Efesini 3,2-3a.5-6
Matteo 2,1-12
(Visualizza i brani delle Letture)

QUANDO ERRARE È MEGLIO CHE SAPERE LE RISPOSTE

I Magi sono sicuramente esperti di astronomia, ma anche la loro scienza è limitata e ingannevole: infatti arrivano nella città sbagliata. Non è Gerusalemme il luogo dove è nato il Re che cercano. Pazienza. A Gerusalemme ci sono persone che possono aiutarli a trovarlo. Ma tra tutte le persone a cui potevano rivolgersi, non ce n'è una più sbagliata di Erode! Erode il grande è un re illegittimo, usurpatore e tiranno; suo figlio, che porta lo stesso nome, farà poi uccidere il Battista e si accorderà con Pilato e col Sinedrio per uccidere il Re dei Giudei. Anche qui Erode riunisce tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo per avere indicazioni sul Re dei Giudei che è nato.

Nella passione tutti si chiederanno se sia davvero Gesù il Re dei Giudei. E già ora i Magi pongono la domanda: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei?». I Magi hanno la domanda, ma non la risposta. Curioso che si rivolgano a coloro che hanno la risposta, ma non la domanda. I sacerdoti e gli scribi, infatti, conoscono le Scritture, ma a loro non interessa trovare il Re dei Giudei.

Eppure, proprio l'errore di rivolgersi a Erode e al Sinedrio permette ai Magi di giungere alla meta, attraverso l'incontro con le sacre Scritture. Proprio il fatto di non avere risposte, ma solo domande, è stata la loro salvezza. Se avessero avuto la presunzione di sapere già tutto, non avrebbero chiesto aiuto. Quindi, il loro errare in fondo li ha portati nella direzione giusta. In effetti, i Magi commettono tanti errori, come quello di fidarsi di Erode. Lui dice: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere». Spinti dal suo ingannevole invito, ripartono. E proprio quando riprendono la strada, la stella torna a mostrarsi, come all'inizio della loro ricerca. Segno che anche negli errori è contenuta una luce di verità. Purché siano errori fatti col desiderio di cercare. Al contrario, c'è chi sta fermo nel suo palazzo, come Erode, o nel suo tempio, come i sacerdoti e gli scribi.

Occorre mettersi sempre di nuovo per strada ed errare. "Errare" nel senso di vagare alla ricerca di qualcosa, ma anche nel senso di sbagliare: chi vuole trovare una cosa, deve fare molta strada oppure rovistare in ogni angolo e, di fatto, sbagliare molte volte. Tutti facciamo così, finché non abbiamo trovato quel che cercavamo. Ameno che non spegniamo il desiderio di cercare. Ogni errore ci conduce più vicini alla verità. Purché siamo onesti nella ricerca. Bisogna errare, per poter trovare. I Magi avevano errato anche sull'identità del ricercato: cercavano un Re e trovano solo un bambino povero! Ma loro sono uomini aperti alla novità: è solo un bambino, eppure lo adorano come Re dei Giudei.

La visita dei Magi non ha niente di folkloristico. È un incontro profetico: questi stranieri erranti, con la luce della loro coscienza, arrivano a incontrare il Salvatore del mondo. Non appartenevano al popolo di Dio. Non conoscevano le sacre Scritture. Non frequentavano il tempio. Eppure, lo hanno accolto. I Magi svelano in anticipo il mistero realizzato nella Pasqua: che le genti - come dice Paolo - sono chiamate in Cristo Gesù a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e a essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo. Cristo, nella sua Pasqua, ha effuso sul mondo intero il suo Spirito. Ora è possibile trovare la luce ovunque. E chi la cerca onestamente, la trova.


--------------------
torna su
torna all'indice
home