III Domenica del Tempo ordinario (B)

Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 1/2018)



ANNO B – 21 gennaio 2018
III Domenica del Tempo ordinario

Giona 3,1-5.10
1 Corinzi 7,29-31
Marco 1,14-20
(Visualizza i brani delle Letture)

È POSSIBILE RIPARTIRE?

Il tempo della salvezza è venuto e Dio è vicino. Cambiate vita e credete in questa buona notizia! In queste poche parole, Gesù fa un annuncio e un invito. E lo rivolge a tutti. Poi Gesù incontra quattro pescatori, Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, e rivolge loro un invito più personale: «Venite dietro a me». Sono due quadri collegati: prima l'invito a cambiare vita rivolto a tutti; poi l'invito a cambiare vita rivolto ai quattro pescatori di Galilea. Gesù dice: Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino. Compiuto significa pieno. La pancia della clessidra si è riempita: è finita l'attesa!

Dio interviene nel mondo per portare giustizia e la sua signoria si fa sentire: la puoi sentire nelle parole di Gesù, la puoi vedere nelle sue azioni. Qualcosa sta cambiando, si sente e si vede! Questa notizia è per tutti! Soprattutto per quelli che prima erano esclusi: poveri, peccatori, piccoli, lebbrosi, stranieri... E se è per tutti, e non solo per pochi, è davvero una buona notizia! L'annuncio di Gesù ha un tono di gioia e insieme di urgenza. All'annuncio della lieta notizia segue un appello. Il Regno che viene, per essere accolto, chiede la conversione e la fede: convertitevi e credete nel Vangelo. Il Regno di Dio è la possibilità di vivere una vita piena, bella e felice. E la grande occasione per entrare nella gioia di Dio. Non va perduta!

Ecco allora l'appello alla conversione, che è la conversione alla gioia del Vangelo. Si tratta di far posto a un dono che viene offerto gratuitamente. Non è uno sforzo per avvicinarsi al Regno di Dio, ma è lasciare spazio al regno che viene. È Dio che si fa vicino a noi! Quante volte abbiamo pensato alla conversione come alla fatica del peccatore di sradicare i suoi vizi o allo sforzo della persona devota che si impegna a fare meglio. La parola "conversione" ci fa subito pensare alla fatica e allo sforzo. È per questo che nessuno vuole convertirsi! Convertirsi, invece, significa. cambiare mentalità, non sforzarsi. Cambiare mentalità, a dir il vero, è più difficile che cambiare i comportamenti, perché mentalità e convinzioni sono radicate profondamente in noi. Ma proprio per questo non si cambiano con lo sforzo!

Quante volte ci abbiamo provato, ma poi le nostre convinzioni e sensazioni su questo e quell'altro ritornano fuori, come i peperoni mal digeriti! Cambi la mentalità solo quando un fatto della vita ti sorprende. Non l'avresti mai detto, ma devi proprio ricrederti! «Ho sempre creduto che quella cosa fosse impossibile, e invece è successa!». Solo davanti ai fatti puoi ricrederti. Convertirsi è ricredersi, cioè credere diversamente. È accogliere un Dio che ti sorprende, ti stupisce. E così ti permette di ricominciare, di ricrederti sui tuoi pregiudizi e di credere a quel che prima sembrava impossibile...

Insomma, convertirsi è credere nella buona notizia. E questa buona notizia è che non c'è nulla che possa impedirci di rialzarci e di ripartire. Ricominciare è sempre possibile. Non ci sono condizioni meno favorevoli, tempi meno opportuni per il Vangelo. Il Vangelo è possibile viverlo in ogni stagione della vita. Basta accogliere il dono! Ce lo dice anche la chiamata dei primi discepoli, esempio concreto di conversione e di fede. La vita di questi uomini cambia radicalmente per iniziativa di Gesù. La conversione e la fede non sono una decisione autonoma dell'uomo, ma la risposta a Gesù che chiama. Se accogli il dono, la vita sorprendentemente riparte e si rimette in cammino.


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