IV Domenica del Tempo ordinario (B)

Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 1/2018)



ANNO B – 28 gennaio 2018
IV Domenica del Tempo ordinario

Deuterònomio 18,15-20
1 Corinzi 7,32-35
Marco 1,21-28
(Visualizza i brani delle Letture)

L'AUTORITÀ: LA VITA DIETRO LE PAROLE

La gente si stupisce dell'insegnamento di Gesù, non solo per quello che dice, ma anche per come lo dice. Erano stupiti del suo insegnamento: Gesù, infatti, insegnava come uno che ha autorità e non come gli scribi. E si chiede: Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Gesù non insegna come gli scribi.

Loro sono le "autorità", perché hanno studiato tanto e sono i più esperti, ma il sapere degli scribi è un sapere libresco. Parlano come libri stampati, sanno le leggi a memoria ma la loro parola non dà né vita né libertà. Impongono sulle spalle della gente dei pesi che loro non sono disposti a portare, perché per loro la legge viene prima delle persone.

L'autorità di Gesù, invece, è diversa. Gesù non è una "autorità", non ha titoli da esibire, non ha frequentato le scuole dei rabbini, non è sacerdote, né membro del sinedrio. Non conta nulla, rispetto al potere. La sua è una parola che ha autorità. È molto diverso. L'autorità di Gesù non viene dalle cose che ha studiato, ma dalla sua stessa persona e dalla sua stessa vita. Ma ciò che stupisce è soprattutto la sua persona. Infatti, Gesù non insegna solo con le parole, ma anche con gesti e azioni. Tutto quello che Gesù fa e dice, e il modo in cui lo fa, è straordinario, fuori dal comune.

La sua parola non cambia come il vento, non segue le mode e le opportunità del momento. La sua parola è come una roccia solida su cui costruire la vita. La sua è parola che dà vita. Il termine "autorità" deriva dal verbo augere, che significa "far crescere". È un verbo che si addice proprio a Gesù, la cui parola risana, libera e fa crescere le persone in umanità. Per questo la parola di Gesù è parola di salvezza, che salva dal male chi l'accoglie.

Noi siamo abituati a tante parole vuote: promesse elettorali dei politici; i discorsi seducenti dei venditori; le parole vuote della Tv... Possono essere vuote anche molte nostre parole dette in chiesa; questo avviene non tanto per mancanza di contenuto, ma quando dietro queste parole noi non siamo disposti a cambiare vita. È l'incoerenza che rende non credibili le parole che diciamo. E così moltiplichiamo vanamente parole, discorsi e documenti, senza ottenere nulla. Anche gli scribi parlavano, parlavano, ma non liberavano nessuno.

Invece la parola di Gesù è efficace, realizza quel che dice. «Taci! Esci da lui!» e subito lo spirito del male abbandona quel povero disgraziato, che ritorna a essere un uomo libero. Tutti capiscono che la forza della sua parola è finalizzata al bene delle persone: con la sua autorità Gesù non accresce sé stesso, ma fa crescere chi riceve le sue parole. L'autorità di Gesù è servizio, non potere. E questo è l'unico tipo di potere ammesso nella Chiesa! Non può essere l'autorità di chi decide tutto da solo e gli altri obbediscono e basta. Non può essere la ricerca di onore e prestigio. Non può essere un'autorità fondata sul ricatto e sul senso di colpa.

Certo, sappiamo benissimo che la vanità e l'ambizione sono entrate anche nella Chiesa, però resta vero che l'unica autorità che porta frutto è quella di chi, come Gesù, dà agli altri libertà e possibilità di vita. Noi non possiamo fare miracoli come lui, ma, come lui, possiamo annunciare e vivere la misericordia, che consiste nel dare al fratello la libertà e una nuova possibilità.


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